Lo scioglimento del Consiglio Comunale è un atto di prevenzione, precauzionale contro possibili infiltrazioni che potrebbero nuocere al buon andamento di una amministrazione.
Nel caso di Vittoria, agli onori della cronaca dal giugno del 2016, ancora prima del ballottaggio che portò Moscato alla poltrona più alta di Palazzo Iacono, c’è stato, sicuramente, tutto il tempo per vagliare bene ogni azione.
Oggi un governo di centro destra, dopo il lavoro della commissione inquirente e dopo la relazione del Prefetto, valuta per lo scioglimento, una decisione sicuramente difficile che va rispettata ancora di più di quelle della magistratura inquirente perché è, prima di tutto, una scelta di tutelare la città e non interessi politici o particolaristici.
Anche nel caso delle decisioni ministeriali ci sarà la possibilità, come hanno già anticipato il sindaco Moscato e il Presidente del Consiglio Nicosia, di ricorrere al TAR e, in tanti, auspicano che la scelta possa essere annullata.
Certo, lascia perplessi il fatto che le decisioni della magistratura attengano al decennio precedente l’insediamento dell’attuale amministrazione e il lasso di tempo in questione pone in seconda linea il minimo coinvolgimento del sindaco Moscato che pure pare esista per quanto ricavato dalle carte rese note.
Eccessivo sembra mandare a casa tutto un consiglio comunale quando ad essere coinvolti sono due o tre politici con specifici addebiti.
Va detto che, dopo gli arresti, dell’ex sindaco e del fratello per scambio politico-mafioso, l’accusa è stata ridotta a corruzione elettorale per l’ex sindaco, la stessa in capo al sindaco Moscato, mentre è rimasta intatta per Fabio Nicosia.
Qualcuno paventa potrebbe andare a finire come nella vicina Scicli, dove, molto tempo dopo dallo scioglimento ci si rese conto che furono adottate scelte affrettate e azzardate, che non ebbero un seguito, almeno come speravano i magistrati e come pensavano gli organi ministeriali che decisero per lo scioglimento.
Un motivo in più per attendere il corso della giustizia ed evitare di spargere fiumi di parole che non fanno che accrescere il disorientamento della gente che, già come accaduto a Scicli, si trova davanti a decisioni incomprensibili che potrebbero non trovare adeguato riscontro.
Il Sindaco Moscato dice che “lo scioglimento del consiglio comunale che comporta la decadenza di tutti gli organi amministrativi compreso sindaco e giunta, purtroppo distruggerà per sempre l’immagine della nostra città, una macchia indelebile che purtroppo rischia di travolgere anche la nostra economia.”
Ci permettiamo di dire che l’economia della zona è già travolta, anche per colpa della politica che ancora oggi, anche con il centro destra al governo regionale, non sa indicare ricette efficaci, quanto all’immagine della città, forse, lo scioglimento potrebbe portare la stessa alla Vittoria se si riesce a fare chiarezza sulla consistenza delle infiltrazioni mafiosi e sul ruolo dei singoli politici.
Bene quindi il rispetto delle istituzioni e delle loro decisioni per le quali si potrà, pure, proporre impugnazione, la gente sa come funziona il sistema, sarà anche un grande successo, per i protagonisti, di questa triste vicenda, poter dimostrare l’assoluta estraneità a qualsiasi forma di ingerenza nella cosa pubblica da parte di personaggi che hanno a che fare con il malaffare.
Anche da avvocato, Moscato dovrà spiegare all’opinione pubblica come mai senza nessun contatto con presunti mafiosi, nessun incontro, nessun favore fatto a questa gente, governando sempre tenendo lontano qualsiasi sospetto, con azioni forti all’interno del mercato ortofrutticolo, con denunce pubbliche fatte con nomi e cognomi dei mafiosi, ci possa essere un coinvolgimento nelle indagini che portano allo scioglimento.
Amareggiato si dice il Presidente del Consiglio, Nicosia, soprattutto perché si pagherebbero responsabilità del passato.
Certo di aver agito al meglio, in questi due anni, per restituire alla città il prestigio che merita, nel suo esclusivo interesse, prende atto, con assoluto rispetto, della conclusione cui è pervenuto il Consiglio dei Ministri, anticipando di voler adire la magistratura amministrativa per far valere le ragioni che vedono gli amministratori in disaccordo.
Altrettanta amarezza è espressa dall’on.le Assenza che affida ad una breve nota le sue impressioni:
“La decisione, da parte del Governo nazionale, di sciogliere il Consiglio comunale di Vittoria mi amareggia parecchio. Per le ricadute negative sull’immagine e sull’economia della città; per il discredito di cui l’intera comunità, in gran parte notoriamente sana e laboriosa, sarà vittima; per le conseguenze nefaste che pagheranno i cittadini.
Vittoria non merita tutto ciò e l’attuale amministrazione comunale paga colpe certamente non sue.
Ulteriore amarezza provo nel constatare la gioia di taluni alla notizia dello scioglimento. Quando la partigianeria politica travalica gli interessi generali e l’attaccamento alla propria città, la sconfitta è della democrazia. Ci sentiamo vicini alla città di Vittoria, alle sue forze sane e produttive, certi che sapranno risollevarsi riprendendo presto il cammino di crescita civile, economica e sociale”.
Di ferita per la città parla anche l’on.le Nello Dipasquale che dice;
“Provo grande rabbia perché ancora una volta il nostro territorio viene macchiato dallo scioglimento per mafia di un Comune e mi dispiace non solo per tutta la provincia iblea, ma anche per i vittoriesi perché per colpa di alcuni viene colpita la stragrande maggioranza della comunità vittoriese fatta da gente onesta e laboriosa”.
È necessario adesso mettersi subito a lavorare perché quanto accaduto deve essere un’occasione di rinascita – continua l’esponente del PD – e ritengo che Vittoria si meriti una classe dirigente all’altezza dell’importanza che questa città riveste nel Sud-Est dell’isola.
Una scommessa che ci deve chiamare tutti al senso di responsabilità ed è un appello, il mio, rivolto ovviamente a chi milita nel Partito Democratico, all’intera area di centro sinistra, al civismo e alle associazioni che a questa parte politica fanno riferimento.
L’appello è anche per uomini importanti che hanno dato il proprio contributo alla città, come l’on. Ciccio Aiello, con il quale in passato ho avuto tante occasioni di lavorare e sono convinto che anche insieme a lui si può costruire un progetto serio per la città di Vittoria che permetta alla gente onesta di non essere considerata come quei pochi che riescono a macchiare un tessuto sociale completamente diverso da quello che viene fuori dal provvedimento del Consiglio dei Ministri”.
Anche la CGIL è intervenuta con una nota, a firma del Segretario Generale Giuseppe Scifo, sullo scioglimento del Comune di Vittoria:
“Lo scioglimento del consiglio e della giunta comunale a Vittoria segna di certo una delle pagine più buie della storia della città.
Un fatto grave per le istituzioni ma dovuto per quanto emerso dalle indagini e dall’attività della Commissione d’accesso inviata dalla Prefettura di Ragusa.
Ora tocca al lavoro dei Commissari approfondire gli ambiti d’infiltrazione nella vita amministrativa, in tutte le sue articolazioni, e non solo.
Questa è la prassi istituzionale prevista dalle norme, accompagnata dalle attività investigative poste in essere per perseguire le responsabilità delle persone coinvolte.
Ma c’è un compito che spetta alla società civile, al mondo produttivo, alle forze politiche e sociali che è quello di agire per alzare quanto più possibile gli argini contro i diversi fenomeni di infiltrazione mafiosa.
Spetta ai cittadini onesti scegliere ogni giorno di stare dalla parte del giusto, della legalità, abbandonando e contrastando la zona grigia dove convivono interessi malavitosi e persone “formalmente ” per bene.
Liberare il Mercato ortofrutticolo dall’ingerenza mafiosa, dall’illegalità che colpisce i settori più deboli della filiera.
La stessa attrazione e livelli alti di guardia devono essere indirizzati alla gestione degli appalti pubblici partendo dai servizi di igiene ambientale.
La Cgil sarà in testa in questa battaglia per la legalità dalla parte dei lavoratori, degli imprenditori e di tutti i cittadini onesti che meritano un futuro migliore di lavoro, crescita civile.”