In un incontro, a Pechino, nel febbraio del 1972, il premier cinese Zhou Enlai, disse, a proposito della ‘rivoluzione francese’ che era troppo presto per poterla giudicare.
Gli storici si sono dedicati non poco alla notizia che suscitò meraviglia, studi d’archivio e testimonianze dirette precisarono che la risposta era riferita piuttosto ai moti studenteschi del ’68 e che fu pronunciata nel corso di un colloquio con il segretario di Stato Kissinger e non con il Presidente americano Nixon, entrambi in visita ufficiale a Pechino.
In ogni caso un esempio della ponderatezza cinese e orientale nel giudicare gli eventi, da ricordare con attenzione, segnale di una visione particolare ma profonda della cultura politica orientale che vedeva oltre il futuro prossimo.
L’esame del bilancio consuntivo 2017 del Comune di Ragusa da parte del nuovo consiglio comunale ha scatenato le diverse valutazioni sulle politiche finanziarie del Comune di Ragusa, dopo 5 anni di governo a 5 Stelle, bruscamente interrotti dalla sconfitta elettorale che acuisce, ancora, non poco, le valutazioni sullo strumento finanziario che si può considerare la sintesi delle politiche economiche dei grillini ragusani.
Come accade, di solito, per la discussione dei bilanci, non c’è stato, in aula un dibattito approfondito sui contenuti, per la fondamentale ignoranza sulla materia per la maggior parte dei consiglieri comunali.
Se è facile per la maggioranza tacere come significativo assenso per le scelte dell’amministrazione attuale che ha approvato il consuntivo di un anno non suo, le minoranze, le opposizioni ricorrono ai consueti discorsi fumosi, verbosi, ridondanti e praticamente inutili, rispondenti solo alla massima “parlo quindi esisto e giustifico la scelta dell’elettore”.
Un atto, il consuntivo dell’annata precedente che non può subire stravolgimenti, soprattutto da una nuova amministrazione e da un nuovo consiglio che nulla possono apportare da un punto di vista politico, ancor meno da quello tecnico, dopo l’approvazione del Collegio dei Revisori.
Una presa d’atto, propedeutica ai successivi adempimenti in materia di bilanci, sulla quale si scatena, ugualmente, il dibattito politico.
Un atto che viene giudicato positivamente, prima di tutto, dopo l’approvazione dell’organo di revisione, le cui conclusioni, espresse in Consiglio Comunale esprimono approvazione con le sole ‘raccomandazioni’ di controlli più efficaci sui tempi di versamento di tributi, sulla capacità di riscossione e per un processo di razionalizzazione degli uffici.
Mancate analisi dettagliate da parte dell’assessore, in aula, un dibattito senza contenuti probanti, lasciano spazio alle valutazioni dei precedenti amministratori, le uniche sul tavolo, perché le voci dissonanti, in verità non poche, restano voci, senza elementi precisi per smontare quanto architettato, finanziariamente dalla precedente gestione.
L’ex assessore Stefano Martorana può parlare, fino a prova contraria, di conti in ordine, di una città finanziariamente solida e autonoma, tempi medi di pagamento ai fornitori passati da oltre 300 giorni a poco più di 30, di contrasto all’evasione delle imposte comunali che ha portato all’emersione di 10.000 utenze TARI non registrate e alla realizzazione di un’anagrafe immobiliare e tributaria comunale, alla regolarizzazione di milioni di metri quadrati di superfici non dichiarate.
Martorana si fa forte della certificazione del Collegio dei Revisori dei Conti e dell’approvazione, in Consiglio Comunale, del Rendiconto di Gestione 2017.
Va riconosciuto, all’assessore e alla precedente amministrazione, che dal 2013, sono stati pagati tanti debiti del Comune, alcuni dei quali fuori dal bilancio, per circa 20 milioni, sono state spese ingenti somme per i lavori pubblici e si è arrivati ad una sostanziale autonomia finanziaria dell’ente che può superare il costante taglio dei trasferimenti regionali e nazionali.
Una situazione sostanzialmente ‘sana’ che non può essere inficiata da qualche piccolo particolare sul quale Martorana ha sorvolato con eccessiva leggerezza, ma che lascia spazio a riflessioni, non di poco conto su alcuni aspetti non del tutto chiariti: quanto c’è in cassa ? quale è la liquidità al momento, al netto di somme vincolate ? Quanto e per che cosa l’attuale amministrazione può spendere per qualche progetto nuovo ?
Da profani, si ha l’impressione che la gestione si stata sana, da buon padre di famiglia che non ha un debito col droghiere ma deve fare i conti bene per comprare un impermeabile per la stagione invernale, anche se può accedere tranquillamente in banca per comprarsi una casa nuova.
Le criticità e i dubbi che aleggiano sul consuntivo girano tutti attorno ai tributi da riscuotere e attorno al fondo crediti di dubbia esigibilità, cresciuto a dismisura, secondo alcuni.
Ci sarebbe un accertato non riscosso enorme, quasi 60 milioni per gli anni precedenti che si aggiungerebbero ai 35 del 2017, ci sarebbero debiti che si vorrebbero fa risaltare per inficiare un modello vantato di economicità, efficacia ed efficienza amministrativa.
Tutto questo non fa che accreditare la massima di Zhou Enlai, troppo presto per giudicare, anche se l’attuale assessore ha certamente gli elementi in mano per dire come stanno effettivamente le cose, per ammettere che la precedente amministrazione ha lavorato in maniera eccellente oppure è stata maestra, con gli uffici, per costruire un castello di carte che ha superato anche il vaglio del Collegio dei revisori.
Un dato su tutti: l’ex assessore Martorana asserisce che nel 2013 trovò in cassa solo 800.000 euro, mentre ora ci sarebbero 7 milioni per garantire la continuità di tutti i servizi, come si fece allora ? cosa si farà ora ?
Sarà il tempo ad essere giudice supremo, a dirci il valore reale del contenimento della spesa energetica, per la risorsa idrica e per la pubblica illuminazione, del contenimento delle spese del personale per i bagni pubblici o per l’ufficio turistico o per il Castello di Donnafugata, del contenimento delle spese per la pavimentazione stradale o per il verde pubblico.
Sarà il tempo a circi se i prossimi 5 anni saranno migliori di quelli appena passati o si dirà, ancora una volta, ‘si stava meglio quando si stava peggio’