I 5 Stelle a Ragusa erano attivi almeno dal 2009, una presenza prevalente in rete, sul blog, che si è rivelata in occasione delle amministrative 2013 quando fu deciso di presentare un candidato sindaco per sfruttare il consenso montante attorno al Movimento.
Fu una partecipazione convinta, ma i principali esponenti, a poche settimane dal voto, esprimevano la convinzione che i candidati non sarebbero andati oltre la conquista di due o tre consiglieri, quattro nella migliore delle ipotesi.
Il candidato fu scelto nella persona di Federico Piccitto, ingegnere informatico, poco noto in città anche perchè dipendente di una azienda americana presso la sede catanese.
Poi si scopri che non era poco noto, era solo scevro dalla ribalta, si conoscevano i suoi genitori, proprietari, un tempo, di un noto esercizio pubblico, i coetanei cominciarono a ricordare la sua frequentazione presso i Salesiani di Ragusa e la sua attività sportiva con le maglie dell’oratorio.
I risultati del Movimento 5 Stelle al primo turno, nel 2013 non furono esaltanti: Piccitto conquistò la seconda posizione, dietro il favorito Cosentini, con 4.732 voti, il 15,64%, superando di un soffio Franco Antoci e assicurandosi il ballottaggio che, forse, in campagna elettorale, era considerato obiettivo difficile da raggiungere, ipotesi suffragata dal modesto risultato della lista che raccolse solo 3.411 voti, penultima con il 9,62 % dei voti.
Si sa come andò a finire al ballottaggio, dove Piccitto approfittò delle profonde divisioni dei partiti che causarono la disfatta della candidatura Cosentini, la conquista del 69,35 %, con 20.720 voti non era certo il segnale del consenso diretto per il Movimento 5 Stelle, era, piuttosto, cartina al tornasole di una fiducia concessa a Piccitto dagli scontenti di tutte le colorazioni politiche.
E, alla resa dei conti, si può dire che Federico Piccitto abbia incarnato, nei suoi 5 anni di sindacatura, il ruolo di simbolo della protesta della gente piuttosto di quello di sindaco del Movimento 5 Stelle.
In effetti il Movimento, nei 5 anni, non è stato attivo, a Ragusa, il meetup si ridusse ai soli amministratori e ai consiglieri comunali, con il contorno di una decina di attivisti che, con il passare dei mesi, diventavano sempre meno attivi.
Alla definitiva marginalizzazione del Movimento, al quale comunque si ispiravano sempre, dichiarandone l’appartenenza, amministratori e consiglieri comunali, contribuì’ l’esodo di alcuni dissidenti che, dopo alcune defenestrazioni di assessori, non condivise, tentarono di formare un nuovo meetup, mai legittimato dai vertici del Movimento 5 Stelle.
Piccitto, fatti fuori ben quattro assessori su sei, diventò, di fatto, il padrone del Movimento a Ragusa, la base non aveva voce in capitolo, non poteva e non voleva interferire nelle politiche dell’amministrazione, i sentori di contestazione erano subito ridimensionati con opere di convincimento sempre efficaci, che hanno avuto la meglio fino al termine della sindacatura.
Fino al giugno 2017, Piccitto dominus incontrastato del Movimento, a Ragusa, e modello da portare in esposizione negli appuntamenti regionali e nazionali e nelle campagne elettorali, come simbolo della buona amministrazione a 5 Stelle.
Qualcosa si rompe con le regionali, la campagna elettorale segna l’inizio del declino politico di Piccitto.
Fino ad allora, il sindaco aveva superato ogni tipo di intoppo politico, non aveva subito contestazioni per la sostituzione di tre assessori, ritenuti scarsamente produttivi, aveva superato senza scossoni il caso Campo, riuscì a tenersi accanto, fino all’ultimo, il fidato amico e assessore Martorana, con la complicità di Cancelleri che si era fatto garante della sua sostituzione con alcuni contestatori capitanati da Tringali, sistemò quest’ultimo come Presidente del Consiglio, anestetizzando le sue voglie di assessorato, si liberò, infine di Corallo con il quale i rapporti non erano più idilliaci, non si parlavano da mesi, se non per lo stretto necessario.
Nel frattempo, Piccitto aveva delineato anche il futuro per il Comune di Ragusa, iniziando a spingere la figura del suo vice Iannucci, altro fedelissimo, come probabile candidato sindaco, non lasciando trapelare ipotesi sul suo futuro, tutti scenari che si concretizzarono, con esiti imprevisti, all’inizio del 2018.
Ma l’inizio del secondo semestre 2017 aveva segnato quello del declino politico di Piccitto: l’ex assessore Stefania Campo, che, praticamente, era stata messa da parte, da Piccitto, a Ragusa, e da Cancelleri, rientra sulla scena col botto, candidata alle regionarie, evidentemente con l’avallo di Cancelleri, e candidata alle regionali, i 5 Stelle di Ragusa sembrano non capire nulla di quello che accade e subiscono.
Piccitto si deve sorbire anche la designazione di Corallo ad assessore regionale in caso di vittoria di Cancelleri.
Sintomo eclatante del malessere interno del Movimento, l’assenza di Piccitto e di tutto il suo cerchio magico all’apertura della campagna elettorale di Cancelleri, avvenuta a Marina di Ragusa, all’inizio di agosto.
Fu chiaro, in quell’occasione, che qualcosa non andava, ma con ostinazione i 5 Stelle tentavano di far apparire tutto normale.
Poi arrivano le nazionali e i contrasti esplodono, tutti insieme, Ragusa, unico centro importante della Sicilia, e di buona parte d’Italia, amministrato dai 5 Stelle, viene esclusa dalle candidature, per l’uninominale, unica possibilità di piazzare un nominativo di fiducia, si preferisce candidare ancora la Lorefice, già candidata al proporzionale, vengono scartate, per una questione di veti incrociati, candidature di fedelissimi del sindaco e della base, forse anche con lo zampino della Campo che sembra del tutto rientrata nelle grazie di Cancelleri.
Infine, la debacle delle strategie politiche di Piccitto che, annunciato il suo ritiro dalla politica attiva, aveva presentato la candidatura di Iannucci a sindaco della città, ipotesi subito rifiutata dalla base del Movimento, contestata nelle modalità, subito sostituita con quella di Tringali, dopo votazione del meetup ufficiale, con la Campo che assumeva il ruolo di leader cittadino del Movimento.
La candidatura di Tringali sembrava aver messo tutto a posto e, di certo, se non ci fosse stato Cassì come avversario, sarebbe stato difficile far uscire i 5 Stelle da Palazzo dell’Aquila.
Perché la lista ha ottenuto un considerevole 20%, superando tutte le coalizioni e doppiando quella del sindaco eletto, perché Trinagli ha ottenuto 7.942 voti al primo turno, il 22,67 %, primo dei candidati, e ben 11.930 al ballottaggio che, però, non sono bastati di fronte al dirompente Cassì che ne ha ottenuti 13.492.
La differenza di voti non è certa esigua, ma considerato il 58% di astensionismo denota quanto, alla base della sconfitta del candidato del Movimento 5 Stelle abbia influito, in massima parte, il defilarsi del movimento politico, degli attivisti, dei presunti leader che, per motivi diversi, non si sono sentiti motivati.
Non è stata la sconfitta di Tringali che, anzi, ha tenuto benissimo testa ad un candidato eccellente come Cassì, sportivo conosciutissimo, professionista noto.
È stata la debacle del Movimento 5 Stelle di Ragusa, in quasi tutte le sue componenti: certo, anche Tringali ha contribuito con le sue scelte assessoriali, anche nella lista era difficile identificare, a prima vista i grillini.
Se si considera che dei vecchi consiglieri comunali solo 5 si sono ricandidati, se si considera che della giunta non restava nessuno, né qualcuno si candidava, il Sindaco si era ritirato ma il Movimento non ne ha saputo o non ne ha voluto approfittare per sfruttare la sua immagine di amministratore modello, il vice Iannucci è stato scartato malamente come candidato sindaco, Tringali non ha voluto ripescare nessuno dei vecchi consiglieri come assessore designato, il meetup ufficiale si è dissolto, quello nuovo ha avuto un difetto di crescita, la Campo ha rivestito, naturalmente, il ruolo di unica notabile sopravvissuta del Movimento, forse non si sarà impegnata allo spasimo per la campagna elettorale, restando, in ogni caso, la leader di truppe politiche inesistenti.
In definitiva, un tonfo per il Movimento 5 Stelle di Ragusa, una debacle che era facile mettere in conto, che non è stato possibile recuperare neanche con il consenso catalizzato da Tringali, una perdita di posizioni che sarà difficile recuperare.
Invero resta il 40 % di consensi ottenuto alle regionali e il 47 % alle nazionali, ma saranno risultati che, forse, potranno ripetersi, in futuro, solo per questo tipo di elezioni, in presenza di un trend corrispondente a livello nazionale.
Unica possibilità per tentare di risorgere, per future amministrative, un profondo ricambio di uomini, ma visto l’andazzo, finora, solo un’utopia.