Facciamo nostra la battuta riportata, nel corso di una intervista, dal Ministro Paolo Savona al giornalista Roberto Mania che gli ha chiesto come fa a trovarsi in sintonia con Salvini e Di Maio, politici ostili a figure dell’establishment, oggi sull’HuffingtonPost.
Savona ha fatto sua una battuta del grande Donato Menichella, indimenticato Governatore della Banca d’Italia negli anni ’50 del secolo scorso, quelli della ricostruzione post-bellica che lo videro indiscusso e autorevole protagonista della storia economica della nazione, battuta che, a suo dire, ripete spesso alla moglie quando questa gli rivolge domande simili a quella del giornalista: ‘CHEST SO’ ‘E CARTE E CU CHEST S’ADDA JUCÀ
E’ la stessa battuta che potremmo adottare per commentare lo stato dell’arte della amministrazione Cassì, alla vigilia dei primi cento giorni di governo della città, per rispondere ai tanti interrogativi di politici, addetti ai lavori, simpatizzanti, avversari politici e sostenitori del sindaco di Ragusa che, magari, non trovano riscontro alle tante aspettative cresciute in campagna elettorale.
Queste sono le carte e con queste dobbiamo giocare, se ne stanno rendendo conto in molti, soprattutto quelli che pensavano ad un principiante della politica, digiuno di amministrazione, che si sarebbe fatto influenzare ora dall’alleato, ora dal dirigente, ora dal professionista amico, ora dal suo cerchio magico, per le scelte più importanti e immediate.
Eminentemente pragmatico, è il Sindaco Cassì che sembra aver fatto sua la battuta di Menichella, oggi ripresa da Savona, non a caso tutta gente che è arrivata dove è arrivata, non a caso, e soprattutto per qualità personali e competenze professionali, prive di qualsivoglia condizionamento.
Queste sono le carte e con queste dobbiamo giocare, quindi, prima di tutto senza bilancio, scelte obbligate e spese solo di emergenza.
Massima concentrazione nel perseguire solo buoni rapporti con le opposizioni e con i governi nazionali e regionale : viene a mancare la metropolitana di superficie, nemmeno una parola contro gli attuali governanti, continua il teatrino dei soliti personaggi per la Ragusa Catania, noi saliamo sulla carrozza dei teatranti e li gratifichiamo della nostra autorevole presenza, con l’assessore regionale alle infrastrutture si preferisce intrattenere cordiali rapporti piuttosto che chiedere la sorte dell’autostrada che, di questo passo, se arriva a Modica, sarà una conquista anche per il capoluogo.
Arrivano 4 milioni per Kamarina e non ci tocca neanche il particolare che il parlamentare locale ci taglia nelle foto dell’incontro con assessore regionale e soprintendente, anzi, nemmeno comunicato facciamo, lasciando campo libero anche ad Abbate e Ragusa per i loro comunicati da separati in casa.
Senza eccessivo disturbo riportiamo a casa la Presidenza della SRR, a conferma dell’autorevolezza del nostro primo cittadino; senza nulla contestare, anche se c’è poco da contestare, Cassì instaura un rapporto idilliaco con la ditta che si occupa della raccolta differenziata dei rifiuti.
Qualcuno attende di vedere la nuova geografia della dirigenza comunale, ma Peppe Cassì si porta dietro l’atlante di quando studiava geografia a scuola, c’è il fumus di qualche influenza interna al Comune, anche per la riduzione dei settori che taglia le gambe a ipotesi di intromissioni esterne, naturalmente poco gradite alle gerarchie dell’ente, ma quando si risparmiano dirigenti e si incentivano le erogazioni al personale hai le truppe dalla tua parte, con i generali che condividono le tue scelte.
Per l’aeroporto di Comiso, sempre perché le carte sono quelle e con quelle dobbiamo giocare, ci rimettiamo, per ora, alle strategie dell’establishment, altro non possiamo fare, lasciamo andare i 180.000 euro bloccati, della tassa di soggiorno del 2015 e del 2016, tanto cari agli albergatori che avevano sostenuto con cura l’erogazione, ma agli stessi consegniamo un ‘regalino’, come segnale, con la tassa di soggiorno del 2018.
Queste sono le carte e con queste dobbiamo giocare, all’ “asso piglia tutto” con le opposizioni, anche con il gruppo consiliare le carte sono quelle distribuite alla prima smazzata, hai mai visto cambiare le carte mentre si gioca?
‘CHEST SO’ ‘E CARTE E CU CHEST S’ADDA JUCÀ, è rivolto alle opposizioni resistenti e a quelle momentaneamente fuori dal gioco.
Resta solo una incognita, e riguarda Fratelli d’Italia, l’alleato di pregio che, con grande eleganza, non ha mostrato ansia di entrare in camera da letto: i miei ricordi giovanili mi portano a ricordare quando, in un noto circolo di Ragusa, si giocava a ramino anche in cinque, spesso nei concitati dopopranzo dedicati al tavolo verde, si iniziava in quattro, per la smania di giocare subito e comunque, quando arrivava il quinto si aggiungevano due jolly e si giocava in cinque: qui si può fare?