Bronte – Naturale, tostato, dolce, salato, in crema. Mille modi per amare e gustare un unico prodotto: il pistacchio, l’oro verde di Bronte D.O.P. E quale miglior occasione dell’expo del Pistacchio, giunta alla XXIX edizione? Diciamolo subito: questa festa merita la fama che ha acquisito negli anni. E’ un tripudio alla cucina, allo street food, alla fantasia di cuochi e chef, alla pasticceria siciliana e al convivio. Se siete armati di pazienza (purtroppo, le code all’ingresso della città saranno inevitabili, ma vi assicuriamo che ne vale la pena), partecipare all’expo del Pistacchio è un’esperienza che ripaga. Forse non tutti sanno che il pistacchio venne importato in Sicilia dagli arabi. A conferma di ciò, basti considerare l’affinità etimologica del nome dialettale dato al pistacchio col corrispondente termine arabo. “Frastuca” il frutto e “Frastucara” la pianta derivano infatti dai termini arabi “fristach”, “frastuch” e “festuch” derivati a loro volta dalla voce persiana “fistich”. Il pistacchio di Bronte (Pistacia vera) è una varietà di pistacchio a Denominazione di Origine Protetta (DOP). La specie ha avuto particolare sviluppo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento nelle province di Caltanissetta, Agrigento e Catania. In quest’ultima, ai piedi del vulcano Etna, nel territorio di Bronte, conobbe la massima espansione tanto che nel 1860 interi pascoli e terreni incolti furono trasformati in pistacchieti e la pianta coltivata divenne il fulcro di tutto il sistema agricolo ed economico dell’area. La coltivazione del pistacchio è molto impegnativa e faticosa. In primo luogo, le piante fruttificano solo una volta ogni due anni e crescono in terreni accidentati dove non è possibile ricorrere all’uso delle macchine per le operazioni colturali; ne consegue un notevole aumento dei costi di produzione per gli operatori del settore. I pistacchi vengono raccolti a mano, uno ad uno, tenendosi in equilibrio fra i massi di lava nera con sacchi di tela legati al collo. Il risultato di questo tipo di agricoltura eroica, è un frutto straordinario, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo per le sue qualità organolettiche. Tantissimi gli stand presenti alla manifestazione. Assaggiare tutto era impossibile, anche per dei golosi impenitenti come noi. Ci siamo limitati ad una sobria arancina da 300 grammi: una goduria per il palato e i sensi, con un morbido ripieno di formaggio e pistacchio all’interno, avvolta da una crosta croccante e friabile. Ottimo anche il gelato artigianale al pistacchio ricoperto da uno strato di glassa al cioccolato bianco. Proseguendo lungo la strada principale, si arriva alla cosiddetta “area food”. Qui, in una zona adibita principalmente al classico “arrusti e mancia”, abbiamo deliziato della porchetta condita con formaggio fresco e un condimento segreto a base di pistacchio e della salsiccia di maiale condita con pistacchio dal gusto delicato e non piccante. L’expo del pistacchio è una manifestazione da prendere ad esempio: semplice, popolare, divertente, ricca di cibo. Autentica.
Foto: Davide Modesto