L’Etna scivola verso il mare. E’ questo il risultato emerso da uno studio su dati raccolti nell’arco di un anno (2016-17), pubblicato su Science Advances, con la missione di una nave oceanografica al largo della Sicilia, davanti all’Etna che ha confermato che l’intero fianco sud-orientale del vulcano sta scivolando verso il mare. Inoltre, lo studio ha permesso di capire che, contrariamente a quanto si riteneva, lo “scivolamento” è indotto dalla gravità, non dal magma in risalita.
La situazione è molto seria, perché potrebbe portare al catastrofico collasso del vulcano senza preavviso, con conseguenza disastrose per le aree circostanti. Tra aprile 2016 e luglio 2017 un team di ricercatori del GEOMAR (l’ex istituto Leibniz, con sede a Kiel, in Germania) ha installato e monitorato una rete di cinque trasmettitori subacquei dotati di sensori di pressione per misurare gli spostamenti del fondale marino su entrambi i lati del confine meridionale sommerso dell’Etna.
Al momento i ricercatori non hanno fatto ipotesi su ciò che potrà avvenire, tuttavia è facile immaginare che la situazione deve essere tenuta sotto stretto monitoraggio, perché le frane possono innescarsi senza preavviso. Un frana in mare, di dimensioni notevoli, può creare tsunami anche di forte intensità.