E’ di qualche settimana fa la notizia che alcune gare d’ appalto per l’individuazione degli enti gestori degli Sprar per i migranti in provincia di Ragusa erano finite sotto la lente d’ingrandimento di Raffaele Cantone, Presidente dell’ANAC, autorità nazionale anticorruzione. Sotto osservazione sono finite le gare bandite dal comune di Ragusa e dall’ex Provincia di Ragusa, aggiudicate all’unico partecipante. In effetti con la penuria di lavoro sembrava strano che ad una gara milionaria, 2.700.000 per essere precisi, partecipasse una sola ditta ma poi, a quanto dichiarato dal Quotidiano La Repubblica, pagina di Palermo, pare che il bando fosse stato pensato per una partecipazione, come si può dire, ristretta. Ecco ristretta è il termine giusto. Si tratta, nello specifico, di una gara da 2,6 milioni di euro bandita dal Comune di Ragusa e vinta dalla Fondazione San Giovanni Battista, riconducibile alla Curia Vescovile di Ragusa. Cantone contesta i criteri di aggiudicazione, ritenuti non coerenti con i principi di trasparenza, leale concorrenza, apertura etc. Nel caso particolare era stato inserito un requisito di partecipazione che individuava “il radicamento dell’organizzazione nel territorio della provincia di Ragusa negli anni”.
In effetti uno degli ingredienti della disaffezione della gente nei confronti della politica è proprio la reiterazione di fatti, che aldilà della loro valenza come illecito penale o come illecito amministrativo, denotano un interesse poco chiaro, poco trasparente. In questi anni è anche cresciuta l’attenzione della stampa rispetto a questi fatti nel tentativo di offrire alla collettività elementi di giudizio chiari e precisi. Risulta non sufficientemente chiaro un affidamento con una sola offerta presentata, e imposizione di strani requisiti richiesti e condizioni tendenti più a predeterminare un vincitore che a selezionare l’offerta migliore. Sarà anche questo il caso? Di certo, l’ANAC ha inviato al Ministero dell’Interno una nota in cui formalizzava una irregolare procedura amministrativa. E questo, non è poco, perché sono migliaia le segnalazioni che l’ANAC riceve e trovare tra quelle ritenute “Fondate” una gara del proprio Comune non deve essere motivo di vanto. Prima della notizia rilanciata dall’autorevole Repubblica pagina di Palermo, anche la nostra testata si era occupata del caso. Con un articolo pubblicato su Giornale Ibleo l’8 agosto 2014 a firma Cesare Pluchino (http://www.giornaleibleo.it/2014/08/tumino-si-affida-san-giovanni-battista-e-il-patrono-risponde/), dalle nostre colonne avevamo dato voce ai consiglieri comunali Maurizio Tumino e Peppe Lo Destro, che avevano già rilevato anomalie circa quel famigerato bando denominato “Vivere la vita – SPRAR”. Tumino e Lo Destro, durante una seduta del consiglio comunale del 4 agosto, rilevarono “passaggi poco comprensibili, che danno adito a valutazioni diverse, per esempio sulla griglia di valutazione che favorirebbe pochi operatori del settore. Strana la richiesta di un fatturato spropositato rispetto all’importo a base d’asta, parallelo alla richiesta di un radicamento sul territorio.” Eravamo ai tempi dell’amministrazione Piccitto, e dei 5 Stelle che hanno la patente dell’onestà e della buona prassi operativa. Peppe Lo Destro, da noi intervistato, ha commentato: “Niente di nuovo sotto il sole. Ci sono voluti 4 anni da quel 2014 per trovare un riscontro materiale al nostro intervento in consiglio. Tutto ciò, testimonia come il nostro ruolo di consiglieri sia stato svolto con scrupolo e coscienza segnalando all’opinione pubblica, per tempo, ciò che succedeva all’interno del palazzo di città”.
Ma la domanda che poniamo all’attuale amministrazione a guida Cassì è la seguente: come ha preso il fatto? Nessuna notizia filtra. Anche perché ne avrebbero cose da fare per restituire alla città quantomeno chiarezza e trasparenza, pertanto questo silenzio, puzza. Abbiamo cercato più volte di interloquire con il segretario generale che dovrebbe anche essere incaricato della sorveglianza anticorruzione per porgli alcune domande che, a questo punto, visto che non siamo riusciti ad ottenere un appuntamento gli facciamo da queste pagine di Giornale ibleo.
Quali sono stati i provvedimenti assunti da questa nuova amministrazione alla luce di questa segnalazione che ovviamente sarà stata appresa per vie ufficiali e non certo per notizia di stampa? Avete proposto un provvedimento disciplinare nei confronti dei dirigenti che hanno sottoscritto il bando, l’impegno di spesa e di quanti hanno omesso il controllo, oppure ritenete che si sia operato nel diritto e dunque resisterete in giudizio?
Come amministrazione Cassì avete tratto esperienza, e per il futuro vi asterrete dal compiere bandi, avvisi e gare che limitino la partecipazione attraverso l’imposizione di requisiti sartoriali ovvero cuciti su misura o preferite esporvi a censure dell’Anac pur di raggiungere i vostri scopi attraverso selezioni puntate a valorizzare particolari “requisiti” di ditte, candidati, società, soggetti in generale che professionalmente interagiscono con la pubblica amministrazione? Insomma vi aprirete al libero mercato o farete distinzioni?