Con una lunga e circostanziata nota, contenuta in un comunicato stampa, a firma di Peppe Calabrese e del capogruppo Mario Chiavola, il Pd di Ragusa ribadisce la sua denuncia rispetto alle assunzioni fatte dal sindaco Peppe Cassì. I democratici lamentano l’assenza di trasparenza ed il mancato rispetto delle regole democratiche. “ In tanti anni di attività politica e di opposizione ne abbiamo visto di cose strane, ma mai nulla alla pari di questo…”. Il riferimento va alla strategia assunzionale adottata dal Sindaco che, a dire del Pd, risulta mutevole. Per selezionare i due dirigenti assunti a tempo determinato avrebbe infatti fatto ricorso ad una scelta ad personam, dopo una selezione con criteri molto stretti, negando lo scorrimento di una graduatoria di un pubblico concorso celebrato per le stesse materie nel 2014, mentre per assumere tre assistenti sociali, avrebbe invece prescelto di applicare lo scorrimento di una graduatoria di un concorso pubblico celebrato dall’ASP di Ragusa nel 2008. La lagnanza del PD ricade proprio su questa questione: “E’ come se la procedura fosse individuata per scelte predeterminate. Vedremo adesso chi spunta come nome…”, lasciando intendere che l’interesse della Giunta Cassì sia sotteso ad assumere persone che risultano note al gruppo politico e che, in questo caso, giustificherebbe l’adesione alla graduatoria perché più conveniente, rispetto ad altre procedure selettive. Per tale motivazione conclude la nota il PD, con una citazione pirandelliana: “ A ciascuno il suo … Concorso”.
Cassì si difende, secondo quando dichiarato al quotidiano La Sicilia, vantando di fatto la sua autonomia nelle scelte strategiche e sostenendo che la scelta dei dirigenti ad personam è una prerogativa che gli attribuisce la legge e che la mancata applicazione della graduatoria, seppure esistente e pienamente valida, risulterebbe ammissibile secondo una recente giurisprudenza.
Appare evidente a tutti che la questione non è per nulla chiusa, e che avrà certamente uno strascico giudiziario. Di certo la scelta di non rispettare una graduatoria valida per ricorrere ad una scelta ad personam lascia un poco l’amaro in bocca a chi ha partecipato al concorso pubblico e vantava un diritto, che stando così le cose sarebbe stato violato.
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