L’Osservatorio nazionale del turismo a cura dell’Ufficio studi Enit – Agenzia nazionale del turismo, ha elaborato un report sul turismo enogastronomico in concomitanza con la terza edizione della settimana della cucina nel Mondo e i risultati sono sorprendenti: è il cibo il motore trainante dell’economia italiana. Sono 223 i milioni spesi nel 2017 dagli stranieri per l’enogastronomia italiana, facendo segnare un incremento del 70% rispetto alla spesa del 2013 (131 milioni). Il corrispondente incremento della spesa totale per vacanza nello stesso periodo è stato sensibilmente inferiore (+18,4%). Un turista su quattro in Italia, inoltre, è mosso da interessi enogastronomici (22,3% dei turisti italiani e il 29,9% degli stranieri). Sono due i fattori dell’offerta enogastronomica italiana che danno valore aggiunto al settore: da una parte il legame radicato con i territori e la valorizzazione delle produzioni locali nei piatti, dall’altra la capacità di estendere la stagionalità dei flussi turistici durante tutto l’arco dell’anno.
In termini di spesa pro-capite, un viaggiatore straniero che nel 2017 ha scelto le destinazioni italiane per una vacanza motivata dalle eccellenze enogastronomiche ha speso, in media, 149,9 euro al giorno. I primi mercati di origine che generano i maggiori introiti per vacanza enogastronomica in Italia sono: Stati Uniti (45,5 milioni di euro), Uk (25,4 milioni), Austria (18,7), Svizzera (17), Francia (16,5), Canada (11,6), Brasile (11,5), Germania (10), Danimarca (8,1), Belgio (7,2).
L’Italia è il Paese dell’Unione europea con più riconoscimenti di prodotti alimentari Dop (Denominazione d’origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) nel food. Con 293 riconoscimenti (la crescita dal 2007 al 2010 è del 35 per cento) l’Italia si posiziona prima della Francia (245) e della Spagna (190). Insieme, i tre Paesi concentrano il 54% di prodotti Dop e Igp registrati dall’Unione europea.