Un nuovo teatro. Il primo vero teatro di Chiaramonte Gulfi sta per essere inaugurato nel modo più consono: con l’avvio di una stagione teatrale che porterà nel Sud-Est della Sicilia alcuni tra i maggiori protagonisti della scena teatrale e musicale italiana.
La notizia è già nota. Nella iblea Chiaramonte Gulfi la virtuosa Amministrazione comunale guidata dal sindaco Sebastiano Gurrieri, da sempre attento alla valorizzazione culturale di un territorio che vanta dieci musei e una pinacoteca, ha lavorato sodo in questi mesi per trasformare l’ex chiesa di San Francesco in un vero e proprio teatro, andando in controtendenza con quanto accade nel re-sto del Paese, dove cinema e sale teatrali sempre più spesso vengono prima abbandonate e poi tra-sformate in esercizi commerciali. Il Teatro Leonardo Sciascia – il teatro comunale è infatti intitola-to allo scrittore di Racalmuto che aveva un rapporto speciale con il Ragusano e che per ben due volte fu ospite a Chiaramonte Gulfi – nasce all’interno della ex Chiesa di San Francesco, negli ultimi an-ni adibita a sala polifunzionale. Si tratta di una porzione del Complesso monumentale (di cui fa parte anche il Palazzo di Città) acquisito dal Comune dopo l’Unità d’Italia. L’impianto origina-rio è quasi certamente risalente a prima del terremoto del 1693, ma la struttura attuale è riconducibile all’inizio dell’800. Nel corso degli anni sono stati diversi gli interventi di restauro, il più consistente dei quali risale alla fine degli Anni 80, ai quali si sono succeduti una serie di altri interventi durante tutti gli Anni 90. La chiesa sconsacrata oggi è stata trasformata, in poco più di quattro mesi, in un vero e proprio teatro che rispetta tutte le norme vigenti in materia: dall’accesso ai disabili alle certi-ficazioni antincendio. Gli operai, coordinati dall’ingegnere Silvia Poidomani (responsabile unico del procedimento per conto del Comune e direttore dei lavori), stanno ultimando gli ultimi lavori di rifinitura prima che il Teatro Leonardo Sciascia venga ufficialmente consegnato alla città. All’interno del teatro sono previsti 110 posti a sedere (ma potrà contenere fino a un massimo di 150 persone), ha un palco largo 7,30 mt e profondo 8,50 mt, dispone di servizi ristrutturati e due camerini, ed è connotato dal colore blu: dal sipario alla tappezzeria delle poltrone. All’ingresso, quel-lo che coincide con il foyer, sarà disposta la biglietteria e un guardaroba di cui potrà usufruire il pub-blico.
Un teatro, però, diventa polmone culturale per un territorio solo se lo si riempie di contenuti, ed è per questo che l’Amministrazione comunale ne ha affidato la direzione artistica a Mario Incudine, il poliedrico artista siciliano, cantautore anzitutto ma anche attore e regista, che dalla sua Enna è arri-vato a calcare i maggiori palcoscenici d’Italia (quelli dei teatri al fianco di Moni Ovadia, ma anche quelli dei palasport e delle arene all’aperto al fianco di Biagio Antonacci) e il coordinamento arti-stico all’Associazione culturale Donnafugata 2000 nelle persone di Costanza Di Quattro, Vicky Di Quattro e Clorinda Arezzo, pilastri del Teatro Donnafugata di Ragusa.
«Sono grato a Mario Incudine e alla sua grande generosità nei confronti di Chiaramonte Gulfi – ha detto il sindaco Sebastiano Gurrieri -, un paese che sta migliorando sotto il profilo culturale grazie alla fortuna di aver conosciuto, oltre che un grande artista, anche un grande uomo che si è reso di-sponibile a dare una mano a un paese che ha tanto bisogno di crescere sotto tanti profili. Il Teatro Leonardo Sciascia nasce proprio grazie all’incontro con Mario Incudine, lo scorso anno in occasio-ne di un suo concerto. In quell’occasione si è subito instaurato tra noi un rapporto di confronto e in-terscambio, anzitutto umano. In quell’occasione mi lanciò i primi input facendomi notare che a fron-te di dieci musei, a Chiaramonte non c’era nessun teatro, necessario a questo punto, per completare l’offerta culturale del territorio. Da quel momento abbiamo portato avanti insieme l’idea del Teatro Leonardo Sciascia che oggi è una realtà, e averlo affidato a una direzione artistica di questo livello significa avere già le potenzialità per raggiungere obiettivi più ambiziosi».
Mario Incudine, che dalla scorsa estate è cittadino onorario di Chiaramonte Gulfi, ha accettato di buon grado il nuovo incarico di direttore artistico, che ha deciso di svolgere a titolo gratuito per omaggiare e ringraziare i suoi “concittadini” della benevolenza che non mancano mai di riservargli.
«In un periodo storico in cui i teatri di mezza Italia chiudono i battenti e la miopia della politica to-glie sempre più risorse alla cultura – dice Mario Incudine – c’è un’isola felice che va in controten-denza e restituisce, anzi “inventa” un teatro, e lo regala alla città. Chiaramonte Gulfi apre un tea-tro e lo fa con la sobrietà e la lungimiranza di un paese che già nella sua conformazione è ele-gante e silenzioso, raffinato e poetico, colto e popolare. Lo fa trasformando una chiesa sconsacra-ta, già divenuta in passato sala per convegni e conferenze, in un teatro. Un teatro vero. Il teatro è il polmone culturale di ogni città, e lo specchio per guardarsi e guardare al di là di sé stessi. Una città senza teatro è cieca, sorda, arida. Il teatro è necessario alla vita di una comunità perché ne garantisce la sopravvivenza, perché nella sua funzione sociale crea interrogativi, forma una coscienza collettiva, fornisce delle chiavi diverse per leggere in maniera diversa la realtà, o crearne un’altra a cui credere, almeno per qualche ora. Il teatro è il luogo dove la comunità si incontra, si confronta, si interroga, per questo diventa un “comune luogo” da vivere ogni giorno. L’inaugurazione del nuovo Teatro Sciascia è solo l’inizio di un grande sogno, di un progetto più ampio: ci auguriamo in futuro di poter proporre più repliche per ogni spettacolo, anzitutto, ma anche la possibilità di poter ospitare qui a Chiaramonte Gulfi residenze artistiche, prove di spettacoli, perché il teatro sia vivo, aperto ogni giorno, vissuto ogni giorno, anche dalle compagnie locali che conto di coinvolgere».
«In questo piccolo paese, fiore all’occhiello di tutta la provincia – ha detto Costanza Di Quattro – c’è necessità di cultura, la gente mostra grande interesse (lo abbiamo notato la scorsa estate con l’Estate Chiaramontana) e riuscire a cogliere e trasformare questo sentire comune concretamente nel-la realizzazione di un teatro, sfruttando un luogo preesistente, è segno di grande sensibilità e apertu-ra culturale. Mi sento di poter affermare che con il Teatro Leonardo Sciascia questa Amministrazio-ne comunale ha regalato a Chiaramonte Gulfi l’eternità».
E per questo polmone culturale Mario Incudine ha impaginato una stagione teatrale che prevede sei appuntamenti, quasi uno al mese fino al 6 aprile, ma tutti di altissima qualità. Si parte ve-nerdì 7 dicembre con una nuova produzione siciliana che ha registrato un grandissimo successo e una carrellata di sold out nelle 19 repliche di Catania. Si tratta di “Filippo Mancuso e Don Lollò” scritta dal grande Andrea Camilleri con Giuseppe Dipasquale (che ne firma la regia) per due mo-stri sacri del teatro: Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, i due grandi mattatori catanesi che sono tornati insieme sulle scene dopo 10 anni.
Il 18 dicembre arriva al Teatro Leonardo Sciascia “La signora delle Camelie” di Alexander Du-mas figlio nella messa in scena di Matteo Tarasco, per cui firma le musiche di scena lo stesso Ma-rio Incudine, e che vede insieme sul palco tre beniamini del pubblico televisivo: Marianella Bargilli, Ruben Rigillo e Silvio Siravo, e con loro Carlo Greco.
L’11 gennaio sarà la volta di un grande evento musicale nato sulla scia del successo della serata-tributo andata in onda su Canale 5: il concerto-spettacolo che Ron dedica a Lucio Dalla, ripropo-nendo sul palco molti dei successi intramontabili del cantautore bolognese, arricchendo la serata con aneddoti e storie legate alla vita del cantautore a cui era legato da una profonda amicizia. Il 16 feb-braio la scena sarà tutta per l’attore palermitano Paride Benassai, autore e interprete di “Sale e pepe”, un piacevole viaggio di uno spassoso e simpatico gourmet nelle viscere di una Palermo che non c’è più, per raccontare un tratto della sua identità popolare, accompagnato dalla chitarra di Mar-cello Mandreucci. Un mese dopo, il 16 marzo, sul palco del Teatro Sciascia salirà un altro illustre palermitano, l’attore Sergio Vespertino che proporrà il suo fortunatissimo “Fiato di madre”: uno spettacolo ad alto tasso di comicità sui “microtraumi” innescati dalle avvilenti e paradossali racco-mandazioni tipiche di tutte le madri siciliane. Il 6 aprile conclude la stagione Flavio Oreglio, il ca-barettista (ma anche musicista e scrittore) arrivato al grande pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione tv Zelig dove recitava poesie surreali precedute dal tormentone «Il momento è catartico. Atmosfera, grazie». Il suo “Catartico!” è uno show che riscopre la freschezza e la modernità di un linguaggio fatto di micro poesie (epigrammi) e di aforismi che hanno segnato il costume italiano all’inizio del nuovo millennio. Oltre ai caratteristici monologhi fatti di riflessioni e pensieri rapidi, lo spettacolo propone musica e canzoni, la cifra e lo stile “musicomedian” che da sempre contraddi-stingue gli spettacoli di uno degli artisti considerato tra i più versatili e completi del nostro tempo.
LA STAGIONE 2018/2019
Venerdì 7 dicembre 2018
FILIPPO MANCUSO E DON LOLLO’
di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
regia e scene Giuseppe Dipasquale
con Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina
Margherita Mignemi, Riccardo Maria Tarci, Franz Cantalupo, Lorenza Denaro, Luciano Fioretto
costumi Sorelle Rinaldi,
musiche Matteo Musumeci,
musiche eseguite al clarinetto Gaetano Cristofaro
Luci Sergio Noè
produzione Teatro della Città
Una commedia che nasce da una promessa mantenuta. La promessa è quella di scrivere una pièce nuova e originale per due mostri sacri del palcoscenico italiano: Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina. A mantenerla, sono stati il grande Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, autori di questa “com-media di situazione”, diretta dallo stesso Dipasquale e prodotta dal Teatro della Città. «Tutto nasce da un imprevedibile accadimento – spiega il regista -. L’unica scena de La concessione del telefono, nella quale Pippo (Filippo Mancuso) e Tuccio (Don Lollò) si incontravano come personaggi, aveva preso una evoluzione particolare, al limite della coerenza con la storia del testo. Avevo chiesto ai due attori di procedere, secondo la grande tradizione comica siciliana, anche per moduli di improvvisa-zione e il risultato fu strabiliante, con una qualità e potenza comica che non aveva nulla da invidiare alla coppia Totò e Peppino. La durata di circa 25 minuti provocava uno sbilanciamento per lo spetta-colo». E così, per “riportare l’ordine”, avvenne la proposta di scambio: se Musumeci e Pattavina avessero riportato la scena entro una durata accettabile, Dipasquale e Camilleri avrebbero scritto una commedia ad hoc partendo dai due personaggi. Così è stato. Mentre sullo sfondo scorre la storia de La concessione del telefono, in Filippo Mancuso e Don Lollò si snoda la vicenda del Cavalier Man-cuso, ricco proprietario terriero che vuole fare assumere il figlio Alberto in un’importante banca, per mandarlo via da Vigàta e assicurargli un futuro nuovo. Purtroppo Alberto è terribilmente stupido e senza una buona raccomandazione non potrà riuscire in nulla. Don Lollò (Calogero Longhitano), uomo di rispetto di Vigàta, è tormentato da un cruccio familiare: la figliuola Lillina è in età da mari-to, ma pur essendo una fanciulla molto intelligente e perspicace, ha un difetto di movimento che la rende “sciancata”.
Martedì 18 dicembre 2018
LA SIGNORA DELLE CAMELIE
di Alexander Dumas fils
adattamento, scene e regia Matteo Tarasco
Con Marianella Bargilli, Ruben Rigillo, Silvio Siravo
e con Carlo Greco
costumi Accademia Costume & Moda, Roma 1964
diretta da Andrea Viotti
musiche Mario Incudine
luci Luigi Ascione
produzione Gitiesse Artisti Riuniti
Margherita Gautier è la più bella cortigiana della città conosciuta come, ‘la signora delle camelie’. Questi sono i fiori che lei teneva con sé quando si recava al teatro. Il personaggio è ispirato a Marie Duplessis, una celebre figura di cortigiana divenuta contessa di Perrégaux. Il narratore della storia entra in possesso di un libro appartenuto alla defunta. Il testo è Manon Lescaut, con una dedica sulla prima pagina da parte di un certo Armando Duval. Inizia così il racconto della storia, che nasce quando Armando conosce Margherita durante una rappresentazione teatrale. Armando ne è subito colpito, ma lei ride della sua infatuazione; sempre più affascinato da Margherita le dichiara il suo amore, Margherita accetta la sua continua presenza, a patto di mantenere la sua indipendenza e liber-tà senza dover dare spiegazioni sul suo vivere: infatti il suo amante deve essere discreto e sottomes-so. Armando è molto geloso del duca e del conte che continuano a far visita a Margherita: ma Pru-denza gli spiega che lei ha bisogno dei loro soldi per mantenere un certo tenore di vita. La relazione tra i due inizia quando Margherita rifiuta definitivamente il conte. Intanto il padre di Armando, ve-nuto a conoscenza della relazione del figlio, lo vorrebbe costringere a lasciare Margherita, ma senza esito. Un giorno però, Armanda riceve un biglietto in cui Margherita lo lascia, ma viene anche a sa-pere che Margherita è gravemente malata… «Il romanzo di Dumas Fils è un viaggio nel profondo dell’animo umano, ove le contraddizioni più aspre si fondono, per restituire un’immagine del mondo vividamente controversa – scrive il regista Matteo Tarasco -. Mettere in scena “La Signora Delle Camelie”, capolavoro della letteratura francese dell’Ottocento, che alla sua prima apparizione scon-volse l’immaginario collettivo, vuole essere un tentativo di riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che dicono e spiegano, ma non insegnano il senso».
Venerdì 11 gennaio 2019
RON – LUCIO A TEATRO!
Con Ron chitarre e voce
Giovanna Famulari violoncello e cori, Roberto Di Virgilio chitarre, Giuseppe Barbera pianoforte
Regia Vincenzo Incenzo
produzione Le Foglie e il Vento Edizioni Musicali, 2018
Un vero evento, un concerto-spettacolo dedicato a Lucio Dalla che Ron porta in teatro, sulla scia del successo della serata-tributo di cui è stato protagonista su Canale 5 con Michelle Hunziker e tanti ospiti. E come quella serata televisiva il concerto-spettacolo che avremo modo di apprezzare è un omaggio al grande Lucio, che quest’anno avrebbe compiuto 75 anni e a cui Ron è stato legato da un lungo sodalizio umano non meno che artistico, cementatosi con il leggendario tour di “Banana Re-public” fatto dai due con Francesco De Gregori nel 1979 per gli stadi di tutta Italia.
La serata sarà l’occasione per celebrare il talento di Lucio Dalla, uno dei maggiori fenomeni musicali dell’Italia contemporanea, capace di farsi ricordare per sempre dai fan e dal panorama musicale e ar-tistico. Oltre al brano “Almeno pensami” presentato a Sanremo 2018, Ron proporrà molti successi intramontabili di Dalla tra cui “Tu non mi basti mai”, “Canzone”, “Attenti al lupo”, “Anima”, “Anna e Marco”, “Futura”, “Henna” e altri celebri brani del cantante bolognese, alcuni scritti dallo stesso Ron, tutti rivisti e riarrangiati con sonorità vicine al suo mondo, senza per questo snaturare l’originale bellezza. Ron ripercorrerà i mille volti della carriera di Lucio Dalla, svelando aneddoti e storie incon-suete legate alla vita del cantautore in uno spettacolo ricco di emozioni.
Sabato 16 febbraio 2019
SALE E PEPE
Di e con Paride Benassai
con Marcello Mandreucci alla chitarra
L’attore palermitano esce dalla scena tradizionale del teatro per trasformarlo in un luogo più appro-priato e consono per una nuova esperienza culinaria: «Ogni luogo può essere teatro – dice Benassai – purché sia buono lo spazio, il cibo, il teatro e il vino». Lo spettacolo è un piacevole viaggio di uno spassoso e simpatico gourmet nelle viscere di una Palermo che non c’è più, per raccontare un tratto della sua identità popolare, mentre il globalizzato mondo di oggi scorre appena a qualche metro di distanza, nell’eterna metafora del “patruni e del sutta” che tanto somiglia alla vita reale.
Sabato 16 marzo 2019
FIATO DI MADRE
Di e con Sergio Vespertino
con Pierpaolo Petta alla fisarmonica
Con argute trovate comiche, fraseggi intelligenti e carichi di ironia, Sergio Vespertino offre al pub-blico un tuffo nel passato rievocando apprensioni ed ansie materne. “Fiato di madre” è uno spettaco-lo agile, colmo d’ironia e di spunti intelligenti, in grado di far rivivere ad ognuno dei presenti quei “microtraumi” innescati dalle avvilenti e paradossali raccomandazioni tipiche di tutte le madri. Un vero e proprio amarcord che pone al centro della narrazione Lei, l’angelo del focolare, l’ansiosa e apprensiva mamma di Sergio, simbolo di tutte le mamme siciliane, icona dentro il cui riflesso ogni singolo spettatore ha piacevolmente rivisto la propria o, in qualche caso, se stessa.
Sabato 6 aprile 2019
CATARTICO!
Recital di e con Flavio Oreglio
Lo spettacolo prende spunto dall’omonima pubblicazione, un’antologia di poesie, aforismi e racconti brevi editi e inediti, da cui è nato uno show che riscopre la freschezza e la modernità di un linguag-gio fatto di micro poesie (epigrammi) e di aforismi che hanno segnato il costume italiano all’inizio del nuovo millennio. Conciso e senza fronzoli, grazie ai veloci tratti della scrittura breve (la “Brev Art”, come la chiama lui), Oreglio si districa tra le tematiche dell’oggi scoprendo quei punti “umani”, più che “politici”, che rendono ridicolo e tragicomico l’approccio e i tentativi di soluzione non riusci-ti dei problemi del nostro tempo. Il problema è che si è perso il senso della logica, e quindi, setac-ciando la vita quotidiana si scoprono le nudità: cioè quegli aspetti contraddittori che ne costituiscono la faccia più pericolosa ma al tempo stesso più divertente. Nihil novum sub sole… Oreglio insiste su questo aspetto da sempre. Irriverente senza essere offensivo, più filosofo che politico, Oreglio da sempre individua la “rivoluzione culturale” come tratto più importante rispetto alla semplice e banale “rivoluzione politica” fatta di volti che cambiano o che si vogliono cambiare. Oltre ai caratteristici monologhi fatti di riflessioni e pensieri rapidi, lo spettacolo propone musica e canzoni, la cifra e lo stile “musicomedians” che da sempre contraddistingue gli spettacoli di uno degli artisti più versatili e completi del nostro tempo.
INFORMAZIONI
Teatro Leonardo Sciascia
Corso Umberto – Chiaramonte Gulfi
Tutti gli spettacoli avranno inizio alle ore 20.30
Abbonamento: euro 150
Biglietto singolo: euro 30
Botteghino all’Ufficio Turismo, corso Umberto 65
tel 0932.711256 – 0932.711257
(da lunedì a venerdì ore 9-13; martedì e giovedì anche ore 15-18)