Smartphone e cellulari sono dispositivi di cui non possiamo più fare a meno: da diversi anni a questa parte sono entrati a far parte della vita quotidiana riuscendo a tenerci compagnia giorno per giorno nei momenti di noia, di svago e pure nei momenti di lavoro e di studio grazie alle numerose funzioni che possono svolgere. Ma nonostante ciò, sebbene smartphone e cellulari siano il simbolo di un progresso tecnologico in costante crescita, questi dispositivi mobili sono molto nocivi per la salute ed è di questo che si parlerà domani nel contesto del tradizionale appuntamento per celebrare la solennità liturgica di Santa Lucia promosso dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa in collaborazione con la Cattedrale San Giovanni Battista, l’unità complessa di Oftalmologia e l’Asp 7. “Fissare troppo a lungo lo schermo del telefono – sottolinea il direttore dell’ufficio diocesano, don Giorgio Occhipinti – provoca gravi danni alla vista: i piccoli schermi e le tante parole da leggere fra messaggi, email e pagine web, tendono ad affaticare sempre di più la vista, tendendo a ridurla dopo un lungo periodo di stress oculare. Ecco perché il dott. Maurizio Parisi ci spiegherà che è opportuno non abusare del telefonino”. L’iniziativa si terrà a cominciare dalle 10,30 nella struttura complessa Oculistica dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa. E dopo l’incontro di approfondimento tenuto dal dott. Parisi ci sarà, alle 11, la celebrazione eucaristica per malati, medici e operatori sanitari. La messa sarà caratterizzata dal rito della benedizione degli occhi. A officiare la celebrazione eucaristica mons. Giovanni Battaglia, canonico del Capitolo della Cattedrale. Nel pomeriggio, don Occhipinti sarà nella chiesa di Santa Lucia, in corso Mazzini, sempre a Ragusa, dove, alle 17, presiederà la celebrazione eucaristica anche in questo caso con il rito della benedizione degli occhi. “E’ sicuramente fra le sante martiri più conosciute – dice don Occhipinti parlando di Santa Lucia – e noto è anche il suo attributo principale: gli occhi sul piattino. Da bambino, nell’osservare la statua della santa, mi ponevo sempre la stessa domanda: perché Santa Lucia ha quattro occhi (due in faccia e due sul piattino)? Probabilmente la risposta al mio ingenuo quesito sta nel fatto che la classica raffigurazione della giovane martire siracusana è frutto dell’inventiva degli artisti. Dalle agiografie più importanti apprendiamo infatti che santa Lucia subì il martirio della decapitazione (o del pugnale alla gola come viene raffigurata a Siracusa) mentre nulla si dice a proposito degli occhi. Non si capisce se gli occhi le furono cavati dai suoi aguzzini durante il martirio o se fosse ella medesima a strapparseli. Probabilmente né l’una nè l’altra circostanza. Da cosa deriva allora l’attributo agli occhi? Sicuramente dal suo stesso nome. Lucia deriva dalla radice lux che significa appunto “luce”. Si spiegherebbe così anche perché la santa regge due occhi su un piattino, a indicare cioè la luce, intesa in senso lato come la “luce della fede”.