Seduta straordinaria, ieri sera, del consiglio comunale di Acate per parlare di un unico punto all’ordine del giorno: la morìa di cani randagi avvelenati che ha scatenato una serie di polemiche e di prese di posizione. La vicenda, com’è noto, non riguarda solo i cani randagi: vittime delle esche avvelenate, anche cani e gatti di proprietà, i quali si sono salvati solo perché soccorsi immediatamente. Il volontario cittadino dell’OIPA, Riccardo Zingaro, ha inviato e proposto a nome di tutta la comunità un documento che il consiglio potrebbe impegnarsi ad approvare e che in pratica si tratta semplicemente di adottare e applicare le linee guida della regione in tema di randagismo. Ieri sera, però, c’è stata scarsa partecipazione del pubblico: a differenza di quanto si palesa sui social, con messaggi e campagne di indignazione, sono state poche le persone che hanno deciso di far sentire la loro presenza durante il civico consesso. Il sindaco, Giovanni Di Natale, ha condannato questi atti riprovevoli ma durante la seduta è emerso che il comune di Acate era convenzionato con un canile ragusano ma con quest’ultimo ha contratto un debito di circa 16 mila euro. In primis, dunque, si dovrebbe provvedere a pagare i debiti con il canile in questione e poi, successivamente, redigere una nuova convenzione. Al momento, l’unico servizio attivo risulta essere quello riguardante la rimozione delle carcasse.
E’ stata anche effettuata una denuncia contro ignoti da parte dell’amministrazione e l’istituto zooprofilassi dovrà accertare che la morte degli animali è avvenuta per avvelenamento. A quel punto, si aprirà un’indagine. Le richieste dei volontari, saranno comunque protocollate lunedì mattina, in modo da far sì che l’amministrazione possa valutarle concretamente. La situazione è molto più grave di quello che sembra, visto che branchi di cani si aggirano non solo ad Acate, ma anche nella frazione marinara. Il timore è che la gente possa continuare a non vedere una soluzione all’orizzonte e a servirsi di mezzi squallidi e illeciti come quelli usati fin’ora, cioè l’avvelenamento, pensando così di risolvere il problema. E questo timore è alimentato dal presentimento che tutto il clamore suscitato sul momento possa spegnersi con il passare dei giorni e finire nel solito dimenticatoio.
Una soluzione deve essere trovata al più presto.