La domenica di carnevale, per un chiaramontano, è sacra. Anche da un punto di vista gastronomico. E se qualcuno ha la fortuna di abitare a Chiaramonte, o di passarci magari la giornata approfittando delle sfilate carnascialesche, una tappa obbligata è sicuramente il ristorante Majore. Di certo, il ristorante Majore non ha bisogno di presentazioni: il menù a base di maiale, dalla gelatina alla costata ripiena, passando per la salsiccia e il risotto, è diventato quasi il simbolo gastronomico dell’intera provincia di Ragusa. Ma Majore ha anche saputo proporre nel tempo piatti non necessariamente tradizionali ma che sicuramente rientrano appieno nella definizione di gastronomia di qualità. Ed ecco, allora, che la domenica di carnevale ci ritroviamo seduti all’interno della saletta De Vita. Prendiamo un classico antipasto con gelatina, giardiniera e salame e poi, dato che non ci piace farci mancare nulla, chiediamo al gentilissimo cameriere di portarci un piatto di prosciutto crudo. Sappiamo, infatti, che il ristorante ha una produzione propria di prosciutto crudo e, bisogna ammetterlo, il prosciutto di Majore è qualcosa di indimenticabile. E siccome abbiamo deciso di deragliare un po’ rispetto al tradizionale menù, decidiamo di assaggiare i ravioli con funghi porcini e tartufo. La prima cosa che colpisce di questo piatto, è il profumo: l’odore di tartufo piemontese è quasi inebriante. All’assaggio, mai avremmo pensato che i ravioli di ricotta potessero sposarsi così bene con i porcini e il tartufo. E’ un gusto delicato, che riesce a creare quasi un contrasto tra la carnosità del fungo porcino e il profumo intenso del tartufo. Due elementi amalgamati perfettamente dal raviolo di ricotta che risulta, da questo punto di vista, quanto mai azzeccato visto che il ripieno non copre il delicatissimo gusto del tartufo. Majore si conferma un ristorante straordinario: negli anni, ha saputo riproporre un menù diventato un simbolo gastronomico ma ha anche portato avanti proposte culinarie adatte a soddisfare qualunque tipo di palato, anche quello più esigente. Se andate a Chiaramonte, Majore resta (e probabilmente lo sarà sempre) una tappa obbligata.