Immerso nel cuore dei monti Sicani, nel territorio di Santo Stefano Quisquina, c’è un posto magico, quasi mistico, sospeso fra cielo e terra. E’ il Teatro Andromeda, nato dall’idea visionaria di un pastore-scultore, il siciliano Lorenzo Reina, moderno interprete di quello straordinario legame fra rito ed estetica. Mentre errava con le sue pecore fra i monti, avvenne l’incontro su questa terrazza meravigliosa dove decise di costruire, con le sue mani, un teatro moderno ispirato all’antico. Ed è così che dal 1985 ad oggi il teatro Andromeda è stato costruito, pietra su pietra, seguendo la costellazione di Andromeda. Sono 108, infatti, le pietre che compongono la cavea proprio come quelle della costellazione, ripartite fedelmente attraverso una griglia composita. Là, un tempo, al posto di quei sedili-stelle, pascolavano immerse nel silenzio sconfinate le pecore di Lorenzo.
Visitarlo di persona è un’esperienza quasi mistica: il teatro è un luogo al di là del tempo e dello spazio, quasi sospeso sull’immensa e silente vallata. Poco prima di entrare, alcune “imago”: l’imago del dio Enki, il signore della terra, cosmonauta alieno e condottiero di Anunnaki, l’imago della marola, l’imago del genius loci e l’imago di Icaro, colui che con le sue ali di cera si schiantò a terra perché aveva osato troppo. Il teatro Andromeda è un luogo potente, visionario, dove ogni respiro è il connubio fra uomo e natura e dove si sente il brivido infinito della libertà. Non riuscirete a capire tutto questo, però, finchè non lo visiterete di persona.
Foto: Davide Modesto