“Questa elezione è decisiva per l’Europa e per l’Italia, perché il futuro parlamento sarà chiamato a scelte importanti. Solo così potremmo aiutare le nostre imprese ad uscire dalla difficoltà cronica in cui si trovano”. Parla così l’onorevole Saverio Romano, in visita a Ragusa presso l’azienda di conserve siciliane e sughi Giuseppe Rosso. Una visita effettuata in un clima d’amicizia e di cordialità, accompagnato dal professor Giovanni Lavia, presidente della commissione affari bilancio dell’Unione Europea e da altri amici che hanno potuto visitare l’azienda, un modello di funzionalità e di eccellenza in provincia. Durante la visita sono stati degustati alcuni ottimi prodotti dell’azienda Rosso tra cui olive, pomodoro secco, creme e alcuni sughi, tutti prodotti, rigorosamente, con materie prime siciliane. Saverio Romano, palermitano, è stato già Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e oggi si appresta a candidarsi al parlamento europeo nelle file di Forza Italia per portare la Sicilia e i problemi che tutte le aziende siciliane attraversano in questo periodo storico, all’attenzione di Strasburgo. Abbiamo posto all’onorevole Romano alcune domande:
Perché la candidatura con Forza Italia in questo preciso momento storico?
“Forza Italia è l’unico partito che rappresenta, attraverso la sua lista, il Partito Popolare Europeo. Il processo di riunificazione del centro moderato parte con questa campagna elettorale e per mezzo di questa lista che al suo interno vede la presenza di varie anime. Io rappresento quella popolare e come molti dicono “democristiana” e ovviamente ne vado fiero”.
Se si affermasse con queste elezioni la linea del Partito Popolare, che cosa ci dovremmo aspettare dall’Europa?
“Questa elezione è decisiva per l’Europa e per l’Italia perché il futuro parlamento sarà chiamato a scelte importati che saranno indirizzate ovviamente da chi vince le elezioni e poiché sovranisti e populisti vorrebbero che l’UE tornasse indietro, innescando un processo disgregativo, le scelte che il parlamento farebbe, se vincessero loro, sarebbero indirizzate inevitabilmente, verso l’esempio inglese. Diversamente, ed è per questo che io mi batto, dovesse affermarsi ancora il PPE, si procederà lungo la strada voluta dai padri fondatori, i quali volevano realizzare l’Europa dei popoli, perché quello che serve all’Europa è una politica estera comune, una politica militare comune e una politica economica veramente comune, partendo da dove abbiamo interrotto il percorso, cioè dall’approvazione della carta europea. Solo un’Europa forte, autorevole e coesa può aiutare il nostro territorio e le nostre imprese ad uscire da una condizione di difficoltà cronica. L’Europa deve essere cambiata in meglio”.
L’Europa viene percepita dalla gente lontanissima dai propri problemi e dal proprio quotidiano. Cosa si può fare per sopprimere questa distanza?
“Con la fine dei partiti e la chiusura delle scuole di formazione politica, la classe dirigente nel Paese si è impoverita e spesso abbiamo dato il governo a politici inadeguati al ruolo. E’ necessario tornare ad esprimere un voto consapevole che guardi anche alle persone. Diversamente sarà difficile qualsiasi iniziativa che ha comunque bisogno di essere realizzata da chi è in condizione di poterlo fare”.