Un canto emozionante e suggestivo. Capace di penetrare i cuori. Il canto della Sittina e la devozione per l’Addolorata costituiscono un binomio inscindibile che anticipa il momento più speciale della festa che, in questo fine settimana, mobilita l’intera città di Comiso. Ieri sera, dopo la cerimonia di consegna della terza borsa di studio “Maria Santissima Addolorata” in memoria di Turi Schirmo, ha preso il via la tradizionale “Via Matris”. Il corpo bandistico Diana ha accompagnato il canto della “Sittina” al seguito della venerata immagine della Vergine Addolorata lungo il tradizionale percorso. E’ stato l’arciprete parroco, il sacerdote Innocenzo Mascali, a guidare i tempi della processione che hanno interessato via Mons. Rimmaudo (I spada), piazza Fonte Diana, via Di Vita, corso Umberto I (II e III spada), via Casmene (IV spada), via Veneto, via Gen. Amato (V spada), viale della Resistenza, via San Biagio (VI spada), piazza Fonte Diana, via Mons. Rimmaudo, chiesa Madre (VII spada). I canti sono stati eseguiti dal tenore Domenico Giarraffa. Oggi, intanto, vigilia della festa di Maria Santissima Addolorata, è in programma alle 19 il raduno dei fedeli nella chiesa di San Biagio per la tradizionale “pigghiata o mantu”. Alle 19,30, poi, si terrà la svelata, in chiesa Madre, del pregevole simulacro settecentesco della Beata Vergine Addolorata tra la caratteristica pioggia di petali di rose e il tripudio osannante dei fedeli e canto dell’Inno. A seguire la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Ragusa, mons. Carmelo Cuttitta, e animata dal coro parrocchiale Santa Maria delle Stelle. “La festa – spiegano i componenti del comitato – fa parte della tradizione che i nostri nonni ci hanno tramandato con amore affinché proseguisse. La statua dell’Addolorata è stata acquistata a Napoli poco dopo la metà del Settecento, è parte della chiesa Madre in tutti i sensi, racconti di persone anziane che non ci sono più narrano che la statua dell’Addolorata è stata scolpita su un tronco d’albero, più bello e resistente tra i tanti provenienti dagli spazi adiacenti la chiesa Madre. In questo periodo, nell’aria, oltre ad esserci il profumo di rose, corre anche il ricordo nostalgico e un po’ malinconico di chi ci ha preceduti, di chi ci ha insegnato ad amare e vivere questa festa, “la festa” di Comiso come se fosse l’ultima e soprattutto ad amare la nostra Mamma Addolorata. Ammiriamo sì l’assoluta bellezza artistica della statua ma preghiamo soprattutto la Vergine Santa affinché interceda per noi presso Gesù vincitore sul peccato e sulla morte”.