Ristoranti pieni sulla costa, ma in città fatturato giù del 50%, mentre i saldi non fanno decollare lo shopping. E’ la “fotografia” scattata da due federazioni aderenti a Confcommercio in occasione del ferragosto 2020. Cominciando dai ristoranti, Fipe Confcommercio ha potuto appurare due velocità nell’area iblea: con uffici chiusi e senza la massa dei turisti, le città del comprensorio fanno registrare un calo di fatturato tra il 30 e il 50%, mentre spesso sul litorale non si trova un posto al ristorante fino al 24 agosto. Prosegue la sofferenza delle cittadine più gettonate della nostra zona: il 70% circa delle attività ha ritenuto più conveniente chiudere i battenti, mentre chi rimane aperto incassa il 50-60% in meno rispetto a un anno fa. In controtendenza le località di mare, dove le prenotazioni sono in aumento con punte del 50% rispetto al 2019.
“I dati positivi delle località balneari sono un’ottima notizia – sottolinea il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – ma è chiaro che si tratta di un pannicello caldo: due settimane di ripresa non possono compensare sei mesi drammatici per il settore. Tra l’altro si tratta di un fuoco di paglia, destinato a durare fino alla seconda metà del mese di agosto, quando in molti rientreranno dalle vacanze. La speranza è che da settembre si comincino a riaprire gli uffici, allentando lo smartworking per dare ossigeno anche alle attività dei centri urbani, che ora vedono un crollo di fatturati del 50% e di un terzo degli occupati. È il momento di uno sforzo in più da parte del governo per rilanciare i consumi, altrimenti rischiamo un autunno caldo”.
Passando dal food all’abbigliamento, Federmoda Confcommercio, dopo 15 giorni dall’inizio dei saldi, stima un calo complessivo di incassi nei negozi e nelle boutique di circa 1,4 milioni di euro. In particolare, il 74% delle imprese ha registrato un calo delle vendite rispetto ai primi dieci giorni di saldi del 2019, mentre per il 14% sono stabili e per il 12% in aumento. Il 53% delle aziende evidenzia un calo del fatturato entro il 30% rispetto all’anno precedente, ma in alcune città del territorio ibleo si arriva a toccare il 70-80% in meno, mentre nelle località turistiche si registra qualche soddisfazione. Gli acquisti hanno riguardato soprattutto t-shirt e polo, abiti donna, bermuda, camicie, calzature donna, pantaloni e sandali. “Per ripartire, secondo Federmoda Confcommercio – chiarisce ancora Manenti con il presidente provinciale Federmoda Daniele Russino – servirebbero contributi a fondo perduto, bonus per gli acquisti di abbigliamento e calzature e credito di imposta per la svalutazione dei magazzini, dal momento che sarà impossibile recuperare la stagione primaverile completamente persa, con molti prodotti che resteranno invenduti”.
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