Il Tar del Lazio, a cui Confcommercio Sicilia si era rivolto avverso la decisione del Governo nazionale di decretare la zona arancione nell’isola, non ha accolto la domanda di misure monocratiche comportanti la sospensione immediata dell’efficacia dell’ordinanza ministeriale impugnata. Ha, però, accolto la misura cautelare della dimidiazione dei termini processuali, fissando la camera di consiglio al 24 novembre 2020. A darne notizia è il presidente regionale vicario Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, chiarendo che, altresì, è stata accolta l’istanza di accesso agli atti formulata nel ricorso, intimando al ministero della Salute di produrre entro il 24 novembre tutti gli atti del procedimento e in particolare: dei verbali numero 122 e 123 delle sedute del 31 ottobre e del 3 novembre 2020 del Comitato tecnico-scientifico, nonché del verbale del 4 novembre 2020 della cabina di regia, citati nelle premesse dell’ordinanza impugnata. “Tutto ciò – afferma Manenti – consentirà intanto di capire meglio le ragioni alla base delle decisioni delle autorità, nonché fornirà utili elementi per valutare eventuali azioni risarcitorie. E, soprattutto, circostanza ancora più importante, che rappresenta un unicum con riguardo a tutti i precedenti provvedimenti cautelari relativi ai ricorsi presentati finora – rigettati perché non sussistevano i presupposti – il presidente del Tar conferma la “sussistenza del dedotto profilo di pregiudizio irreparabile, nella specie esistente”, sebbene poi non si senta di sospendere in via monocratica l’ordinanza in virtù del principio di precauzione sotteso all’emergenza epidemica”. La camera di consiglio, sebbene con i termini dimezzati, è stata quindi fissata, come detto, al 24 novembre 2020 (e quindi oltre i termini di 15 giorni di vigenza dell’ordinanza). “Il risultato “formale” ottenuto è andato al di là di ogni più rosea previsione – aggiunge Manenti – L’avere ottenuto l’accesso agli atti, con obbligo di produzione da parte del ministero dei verbali del Cts, è un aspetto che non va per niente sottovalutato. Credo che, quantomeno, questo ricorso servirà a fare chiarezza sulla correttezza dei provvedimenti del ministro Speranza che, a parere di molti, sono stati discriminatori nei confronti della nostra regione, creando evidenti danni economici. Dai verbali del Cts si vedrà se la collocazione in zona arancione è dipesa dalla valutazione dei dati o da una scelta di discrezionalità politica. Si è così squarciato il muro impenetrabile sui discussi dati scientifici posti alla base dei provvedimenti governativi, la cui conoscenza non soltanto potrà assumere rilevanza nel corso della prosecuzione del processo instaurato da Confcommercio Sicilia, ma consentirà di rendere conoscibile all’opinione pubblica l’operato degli organi di governo, nazionale e regionale, nella lotta alla pandemia”. Lunedì i rappresentanti di Confcommercio si incontreranno con i legali del team di Vocati – Studio Legale, che hanno curato il ricorso per concordare le strategie future per la prosecuzione dell’iniziativa giudiziaria, anche in relazione alle nuove decisioni che il Governo intenderà assumere.