E’ arrivato a Lampedusa il 5 novembre insieme a suo padre. Il viaggio per mare e’ stata l’unica possibilita’ di cura per lui che a 7 anni non puo’ camminare per una meningite. Questa triste storia riguarda un bambino tunisino che al momento si trova nell’Hot Spot di Pozzallo, arrivato da Lampedusa. La vicenda, è stata narrata da “Avvenire”.
Il bambino, in teoria, non dovrebbe stare in un HotSpot, un posto riservato agli adulti.
Sulla vicenda si è espresso il sindaco della città, Roberto Ammatuna, che ha spiegato che il bambino, che si trova insieme al padre presso l’HotSpot, è stato immediatamente visitato dai medici e sottoposto a tutti gli accertamenti del caso. Gli e’ stata somministrata la terapia necessaria e la situazione e’ monitorata dalla Prefettura di Ragusa e dal Ministero dell’Interno.
Al momento sia il ragazzino che il padre continuano ad essere ospitati presso l’hotspot perche’ nel gruppo trasferito insieme a loro da Lampedusa erano presenti altri soggetti risultati positivi al Covid-19. In atto entrambi sono in quarantena. Domattina, alla scadenza dei dieci giorni prevista dalla normativa, sara’ effettuato il tampone e nel caso confermi la loro negativita’ al coronavirus saranno quindi trasferiti in una struttura sanitaria adeguata gia’ da tempo individuata.