La celebrazione della XXX Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio 2022, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, è l’appuntamento annuale propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi di cura sia nelle famiglie da parte delle comunità parrocchiali e da parte di tutta la cittadinanza. A dirlo è il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa, il sacerdote Giorgio Occhipinti, che racconta come trent’anni fa San Giovanni Paolo II istituì la Giornata Mondiale del Malato per sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la società civile all’attenzione verso i malati e verso quanti se ne prendono cura.
“Siamo riconoscenti al Signore – spiega don Occhipinti – per il cammino compiuto in questi anni. Molti passi avanti sono stati fatti, ma molta strada rimane ancora da percorrere per assicurare a tutti i malati, anche nei luoghi e nelle situazioni di maggiore povertà ed emarginazione, le cure sanitarie di cui hanno bisogno; come pure l’accompagnamento pastorale, perché possano vivere il tempo della malattia uniti a Cristo crocifisso e risorto”. “Anche quest’anno – prosegue il direttore – il nostro comune pensiero va in particolare a quanti, in tutto il mondo, patiscono gli effetti della pandemia del Covid-19 che con la sua carica dirompente e devastante ha spazzato via le nostre certezze effimere, su cui abbiamo fondato la nostra quotidianità, ridefinendo il significato autentico e profondo della vita e della morte. Ci siamo ritrovati ancora una volta impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. L’emergenza ha imposto delle regole, anche molto restrittive, per tutelare il bene primario della salute di tutti. Avendo allontanato i malati dai propri cari e da figure di prossimità, il personale sanitario si è trovato coinvolto in un ruolo duplice, quello cioè di esercitare la propria professione, ma anche di assistere e confortare oltre il proprio compito, per colmare il vuoto degli affetti lontani”. Don Occhipinti chiarisce, inoltre, che in occasione della Giornata del malato si sta preparando un programma essenziale con iniziative nei reparti Covid dell’ospedale in cui sarà animato un momento di preghiera e di riflessione insieme con i malati e con gli operatori sanitari.