Domani, 20 febbraio, sarà la giornata mondiale della Giustizia Sociale, ovvero la presa di coscienza e l’ impegno che ogni stato si assume nel far sì che non vi siano disuguaglianze sociali, esclusioni,
bensì integrazione, promozione dei diritti, garanzia che la salute ed il benessere siano un bene comune, senza discriminazioni. A questo proposito, dopo aver guardato il film Requiem For A Dream, che offre una panoramica sulla parte di società che soffre, ho pensato che il mondo della tossicodipendenza è spesso bersaglio di discriminazione ed emarginazione sociale, per cui oggi sulla nostra rubrica vorrei parlare di questo,
perchè, a poche ore dalla giornata della giustizia sociale, sarebbe bello che tutti noi avessimo contezza di ciò che avviene nella nostra società, proprio accanto a noi, a persone come noi.
La dipendenza è quella condizione in cui un individuo persegue un determinato comportamento non per mera abitudine bensì perchè spinto da un bisogno irrefrenabile di soddisfare il piacere.
La dipendenza non è solo da sostanze stupefacenti o dal gioco -ludopatia- ma da tutto ciò che viene ricercato per sfuggire dal vuoto o dall’ angoscia e che per pochi attimi dà l’ illusione di galleggiare in un mondo in cui nulla può far male. Come accade con la dipendenza da droghe appunto: è il solo modo in cui un tossicodipendente riesce a sopportare il dolore, un dolore che non riesce ad accettare e metabolizzare, e che quindi cerca di sopprimere alterando il proprio stato psicofisico. Ma quella sensazione di essere finalmente liberi e lontani, lontanissimi dal mondo reale, è fatua e sopratutto destinata a svanire. Ed ecco che l’ astinenza fisica e d ‘animo porta i soggetti dipendenti al bisogno compulsivo di continuare ad anestetizzarsi con ciò che è già diventata prigione e preludio della fine della razionalità, della normalità, della propria vita. La tossicodipendenza può essere causata appunto da problemi che riguardano la sfera emotiva e psicologica ma anche da fattori sociali e da cause genetico-familiare con conseguente rischio di sviluppare una condizione patologica che si manifesterà con le seguenti condizioni:
-Tolleranza, ovvero il bisogno di un marcato aumento di una sostanza per raggiungere l’ effetto desiderato
– Attività antisociali, condotte illecite, distacco dagli affetti… e questi sono solo la punta dell’ iceberg dell’ abisso in cui si cadrà. L’ amore stesso diventerà dipendenza, arma o difesa dal proprio disagio interiore, nuvola scura in cui due anime spezzate si ritroveranno per cadere, tenendosi per mano, nell’ oblio della droga.
I tossicodipendenti attuano un comportamento antisociale poiché smettono di vivere all’ interno della società creando un mondo a sé in cui ogni cosa è lecita, in cui il tempo scorre così lentamente da non capire più perché si è ancora al mondo. Tutto, diventando ovattato o distorto, perde di significato e ogni azione viene fatta senza raziocinio e impulsivamente… difatti molto spesso i tossicodipendenti conducono condotte illecite: si farebbe di tutto per un’ altra dose e per rimanere in quel mondo immaginario in cui non si ha più bisogno di mangiare, di dormire, di lavorare, di costruire rapporti, di abbracci, di sorrisi pieni e di occhi spalancati verso la speranza,
Lì, invece, l’ unica cosa che conta è rimanere anestetizzati. Ciò che conta è “farsi” e dimenticare cosa ci ha spezzato così nel profondo in modo irreparabile. I tossicodipendenti sono spesso fragili e non in grado di badare a se stessi, altre volte invece, in preda alla rabbia o all’ astinenza, si può diventare aggressivi, anche quando qualcosa del mondo reale minaccia di distruggere o di non alimentare il mondo immaginario.
Non è difficile che tra i sintomi e le conseguenze del consumo di droga ci siano le allucinazioni sia visive che uditive, e spesso sono presenti proprio per questo salto nel nulla che il tossicodipendente vuole fare per fuggire via.
Purtroppo la conseguenza più catastrofica è quella di cadere nella miseria umana e nella perdita della propria dignità; la droga non porta da nessuna parte se non verso la Fine. La fine di ogni cosa, di se stessi, dell’ amore, della vita, dell’ Anima.
Ma, per quanti riescano a chiedere aiuto o per chi deve per legge riabilitarsi, vi può essere un risvolto differente: esistono le comunità terapeutiche, i sert, terapie di gruppo ed individuali, i ricoveri per riabilitazione, sportelli di ascolto…e sopratutto l’ amore della propria famiglia o di coloro che hanno a cuore chi cercando la pace trova solo guerra.
Per quanto ci si possa allontanare da se stessi prima o poi si deve sempre ritornare. E ciò che abbiamo dentro non sarà andato via, quindi perchè decidere di morire piuttosto che affrontarsi?
Il mio pensiero va a tutti quelli che non ce l’ hanno fatta
A chi non ha voluto essere aiutato
a chi non è stato aiutato
a chi è stato deriso, umiliato, mandato via.
a chi ci ha provato
ma non c’è riuscito
a chi ha pianto, a chi chiedeva amore
e non l’ ha ricevuto.
A chi ha sbagliato
e ha pagato.
Ad ogni anima bianca
inghiottita dalla voragine della droga.