Sospensione per un anno della professione medica per un fisiata e reumatologo, oggi libero professionista, già dirigente medico dell’asp di Ragusa.
La misura è stata eseguita dai Nas di Ragusa. E’ il secondo caso in meno di una settimana.
La vicenda è iniziata da un’attività investigativa nel 2019 grazie ad intercettazioni telefoniche, ambientali e video, acquisizioni di documenti e pedinamenti.
In particolare, la vicenda è nata per contrastare la commissione di reati contro la pubblica amministrazione, con particolare riferimento alla “corruzione dei pubblici dipendenti nel comparto sanitario” che ha visto coinvolto lo specialista, insieme ad altri sette professionisti dello stesso settore, anch’essi indagati e, che già nel 2021 era stato eseguito, nei confronti del medico, il sequestro della somma di 3.476,00 euro in virtù di sentenza della Corte di Cassazione che aveva accolto l’appello del P.M.
In particolare, nel corso dell’attività investigativa è emerso che il fisiatra ha:
* consentito ed avallato le prescrizioni di ausili ortopedici da soggetti senza titolo abilitante, attestando falsamente di aver personalmente redatto la documentazione finalizzata ad ottenere il rimborso da parte del SSR;
* ricevuto denaro corrispostogli per il pagamento del ticket sanitario da vari pazienti, mai versato alla propria amministrazione per prestazioni sanitarie comunque mai avvenute;
* inviato pazienti, visitati presso il poliambulatorio dell’ASP, anche affetti da gravi difficoltà deambulatorie, presso un’officina ortopedica, per effettuare – a pagamento – esami posturali (spinometria con tecnologia formetric); nonché facilitato la prescrizione di presidi ortopedici, redigendole falsamente, insieme un altro indagato, in assenza del paziente, a cui attribuivano patologie che facilitassero il rimborso da parte del SSR, ricevendo, in cambio, somme di denaro;
* prescritto, nell’ambito dell’attività pubblica, infiltrazioni a base di acido ialuronico indicando ai pazienti di acquistare il presidio in questione direttamente da uno specifico informatore scientifico, ricevendo in cambio somme di denaro come compenso per l’intermediazione;
* dirottato pazienti, visitati presso la struttura pubblica, verso il proprio studio libero professionale ove esercitava in regime di extramoenia;
* abbandonato il posto di lavoro per lunghi periodi della giornata lavorativa sebbene, dalle timbrature, risultasse regolarmente in servizio.
Il Tribunale del Riesame di Catania, su ricorso presentato della Procura della Repubblica di Ragusa avverso il provvedimento con cui il GIP aveva rigettato la richiesta di applicazione di misure cautelari, ha accolto l’appello ed ha disposto la sospensione dell’esercizio della professione per la durata di dodici mesi, decisione divenuta esecutiva a seguito del rigetto, da parte della Suprema Corte di Cassazione, del ricorso presentato dalla difesa del medico.
Il destinatario della citata misura è, allo stato, indiziato in merito ai reati contestati e la sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una eventuale sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.