Il presidente territoriale Confcooperative Ragusa, Luca Campisi, accompagnato dal consigliere delegato Nello Aprile e dal responsabile d’area Emanuele Lo Presti, ha partecipato ai lavori della 42esima assemblea nazionale tenutasi a Roma nei giorni scorsi. La delegazione siciliana è stata guidata dal presidente regionale Gaetano Mancini. “Lavoro, futuro e comunità” il filo conduttore dei lavori con la partecipazione di 800 delegati. “Sono stati – dice il presidente Campisi – due giorni di confronto durante i quali ragionare sugli aspetti della vita economica e sociale che più stanno a cuore ai cooperatori. A partire dal lavoro, con il nostro Paese interessato da un paradosso senza precedenti: crescono gli occupati che sfiorano i 24 milioni ma gli inattivi sono oltre 12,3 milioni, vale a dire 1/3 della popolazione attiva. I neet sono oltre 2.100.000. Le imprese, a marzo, hanno cercato oltre 400mila figure professionali ma ne hanno trovato la metà. A zavorrare le imprese, comunque, non è solo la ricerca di figure professionali introvabili. Anche i continui rialzi dei tassi hanno reso l’accesso al credito uno dei problemi più sentiti dalle aziende italiane”. Confcooperative, durante la due giorni assembleare, ha avuto modo di confrontarsi con il governo a cui è stato chiesto di contrastare insieme le false cooperative e tutte le false imprese, di ogni forma giuridica, che sfruttano milioni di lavoratori. Resta poi l’annoso tema dei debiti della Pubblica amministrazione.
“Le nostre cooperative, come è emerso in assemblea – aggiunge Campisi – vantano crediti per 2,5 miliardi di euro con pagamenti medi a 92 giorni e punte addirittura di un anno in Sicilia. Le imprese italiane non possono continuare a fare da banche alla pubblica amministrazione. E’ evidente che si tratta di un serio problema che rischia di minare il futuro. Come sede territoriale, abbiamo manifestato appieno la volontà di potere incidere rispetto ai ragionamenti che sono stati sviluppati durante questi due giorni. Siamo pronti a fornire il nostro contributo e, soprattutto, a far sì che il movimento cooperativistico possa trovare sponda nelle varie realtà della pubblica amministrazione avendo evidenziato il ruolo fondamentale per la crescita che le stesse sono chiamate a svolgere”.