Il cuore religioso di Scicli passa da piccole chiese rupestri, eremi lontani; e unisce il famoso complesso delle grotte di Chiafura e lo scenografico palazzo Mormino Penna su piazza Italia. Sesta edizione per Le Vie dei Tesori che quest’anno – da sabato 5 a domenica 20 ottobre – propone tre weekend a Scicli, sempre sabato e domenica, in stretta connessione con Ragusa con cui riesce sempre ad avviare progetti comuni. “Quest’anno saranno visitabili siti di solito non accessibili – dice Giovanni Falla, assessore comunale al Turismo di Scicli – per allargare la conoscenza del nostro territorio. Aprono anche le Grotte di Chiafura, meta del turismo sostenibile. Un esempio del grande lavoro che stanno conducendo i giovani e le cooperative culturali”. Una nuova tappa nel Val di Noto, quindi, per il festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola e che quest’anno è diventato maggiorenne: era il 2006, infatti, quando nasceva la prima edizione a Palermo, dieci luoghi del tutto inattesi in seno all’Università. Da lì in poi il festival Le Vie dei Tesori ha aumentato i suoi visitatori anno dopo anno, si è allargato a tutta l’Isola, ha raggiunto numeri importanti e ha dovuto fare i conti con la pandemia, ma è stato tra le pochissime realtà italiane a non fermarsi mai, ridisegnando ciascuna visita. Nel 2023 il festival ha raggiunto le 250 mila presenze in 17 città, con una ricaduta sul territorio che ha superato sette milioni e seicentomila euro. Scicli lo scorso anno ha superato i tremila visitatori con una ricaduta economica di oltre 121mila euro. Che con Ragusa diventano 280 mila euro di indotto sull’intera provincia.
“Due città che rappresentano la nostra idea di rete, i visitatori potranno vivere Scicli e Ragusa con lo stesso coupon e quindi come un unico museo diffuso – ha detto Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori.
Dopo aver ammirato i Borghi dei Tesori a maggio scorso, e dopo aver chiuso la prima tranche in dieci città (un grande successo di visitatori tra Enna e Leonforte, Trapani, Mazara e Alcamo, Bagheria, Termini Imerese, Corleone, Messina e Caltanissetta), le Vie dei Tesori dal 5 al 20 ottobre partiranno alla scoperta di altre sei città (con Scicli, anche Ragusa, Noto, Carini, Sciacca); Palermo e Catania occuperanno come sempre cinque weekend, tutto il mese di ottobre e fino al 3 novembre. Un festival che costruisce reti: a Ragusa, come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor e l’USR (Ufficio Scolastico Regionale) che collabora alla formazione di oltre 500 giovani durante i due mesi di festival. Una rassegna che ha saputo creare sinergie e dialogo con Istituzioni dello Stato, Regione, atenei, comuni, Diocesi, gestori privati, proprietari di palazzi nobiliari, senza sottolineare titolarità, il visitatore scopre e ama un luogo, non si chiede a chi appartiene; un festival che ha portato la cultura e la curiosità fuori dai siti istituzionali e dagli atenei, seminando conoscenza; ed è ormai diventato un format rodato, studiato nelle università. Un festival che è stato confermato nel calendario biennale degli eventi di grande richiamo turistico della Regione Siciliana. E riaccoglie il progetto satellite Terre dei Tesori: si potrà andar per cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.
IL PROGRAMMA DI SCICLI. Arrivata alla ribalta nazionale con la fiction televisiva che ha scoperto questo lembo a Sud d’Italia, Scicli è più che mai decisa a proporre nuovi percorsi di visita: quest’anno il filo quasi impalpabile è quello della devozione popolare, dei luoghi raccolti in preghiera, lontani dall’influenza delle imponenti Matrici. In stretta collaborazione con la Pro Loco e con il lavoro sul campo di Marco Causarano, nasce così questa nuova edizione, molto legata al territorio, di dieci luoghi e una passeggiata. Gli stessi coupon sono validi anche per i siti di Ragusa.
Conosciuto solo dai devoti è l’Eremo di San Guglielmo dove sono stati individuati il ritiro e il giaciglio dell’eremita, patrono di Scicli, e l’olmo che, vuole la leggenda, fu piantato dallo stesso santo. Tre le chiesette rupestri dell’itinerario: la “Scalilla”, costruita in una grotta ai piedi di San Matteo, una semplice facciata, un piccolo campanile inglobato e un finissimo portone policromo. E’ legata alla leggenda della Madonna della Catena che intervenne per salvare la vita di tre poveracci condannati ingiustamente. Poi la Madonna di Piedigrotta, ai piedi del Colle della Croce, di fronte al costone di Chiafura. Fondata nel 1630, grazie a donazioni di don Giuseppe Miccichè, è scavata nella roccia, e si entra da un piccolo portale. Inerpicandosi per le scalinate sul Colle, si raggiunge una piccola chiesa rupestre, legata al vicino convento francescano: visitando il Calvario si scoprono tracce delle pitture che un tempo rivestivano le pareti, con una predominanza di rosso, giallo e blu.
Nel quartiere san Giuseppe, ecco uno scrigno di sfarzosi stucchi rococò, nei colori oro, bianco e blu. Se invece si decide di salire gli stretti gradini che portano in cima alla torre campanaria di Santa Maria La Nova, si avrà un colpo d’occhio sulla cittadina. Si potrà anche ascoltare la storia del Convento del Rosario, da monastero domenicano a centro per giovani in difficoltà; o visitare un piccolo museo spontaneo, cresciuto dentro la chiesa di san Vito, dedicato alle “carcare”, le antiche fornaci.
Affacciato su piazza Italia, il neoclassico Palazzo Mormino Penna con i suoi saloni dalle volte dipinte, non va assolutamente perso: è una delle residenze nobiliari più importanti e belle di Scicli, frutto di un rifacimento, e una successiva ristrutturazione, dell’antico Palazzo Grimaldi e del convento della Concezione con la chiesa. Senza contare che l’affaccio sulla piazza è straordinario. Si chiude con quel luogo fuori dal tempo che sono le grotte di Chiafura, le cavità abbarbicate al costone di San Matteo, abitate fino agli anni Sessanta. Nel 1959, ben dopo la guerra, Renato Guttuso, Carlo Levi, Pier Paolo Pasolini e la stampa internazionale ne raccontarono le condizioni invivibili, senza acqua corrente né luce: Chiafura e i suoi poverissimi abitanti finirono in Parlamento e fu varata la Legge Aldisio sull’edilizia popolare. Le cavità furono sfollate, ma visitarle oggi – ormai la zona è messa in sicurezza – è ancora un’esperienza, tra grotte abbandonate, il nerofumo dei bracieri, i ricoveri degli animali.
Una sola la passeggiata, la conduce Tanit Scicli nella prima domenica del festival (6 ottobre, alle 10.30): si seguirà il Cammino sacro dei santi patroni che pesca, sì, dal sentimento religioso, ma anche dalla terra, dalle cave che qui assumono una luce dorata. Alla scoperta di tutti i luoghi e le opere d’arte legate al culto dei due patroni, il Beato Guglielmo e la Madonna delle Milizie, fino ai simulacri protagonisti delle feste e dei cortei tradizionali. A cura di APS Tanit Scicli.
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