L’11 ottobre non è un giorno qualunque. È il giorno in cui, nel 2018, la vita di Maria Zarba (nella foto) è stata spezzata dalla violenza. Una donna semplice, generosa, amata dalla sua comunità, strappata ai suoi affetti da chi avrebbe dovuto rispettarla.
“Oggi, a distanza di anni, noi di Adessobasta – afferma l’associazione . scegliamo il silenzio delle cerimonie, ma non il silenzio della memoria. Il suo nome continua a parlarci, a gridare insieme a quelle di tutte le donne uccise da chi non accetta la loro libertà. Ricordare Maria non è un atto formale, è un dovere civile e umano. Il femminicidio non è una tragedia privata, ma una ferita collettiva che riguarda ciascuno di noi, le nostre famiglie, le nostre comunità. Non dobbiamo abituarci, non dobbiamo dimenticare. Perché ogni donna uccisa è una vita interrotta, un futuro negato, una società che perde parte di sé”.









