Una proposta di legge che si fonda su un principio molto semplice: il SudEst della Sicilia è un bene culturale di grande pregio in quanto sistema unitario di reperti, monumenti, espressioni artistiche, ma anche di case, palazzi, chiese, parchi, campagne e paesaggi.
Da questo principio l’on. Nino Minardo propone, attraverso un progetto legislativo, l’istituzione di una «grande Soprintendenza» che nello stesso territorio unifichi tutte le competenze archeologiche, architettoniche, storico-artistiche, museali e paesaggistiche oggi disperse tra le varie strutture ministeriali. L’obiettivo è anche quello di dare una maggiore tutela, gestione e valorizzazione ai beni monumentali ed architettonici del VAL DI NOTO.
Le otto città del sud-est della Sicilia: Modica, Ragusa, Scicli, Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Noto, Palazzolo, ricostruite dopo il terremoto del 1693, forniscono la testimonianza dell’esuberante genialità espressa nell’arte e nell’architettura del tardo barocco, apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo.
L’ istituzione della Soprintendenza Generale del Sud-Est è definita sulla base di quattro caratteri fondamentali: è sovrana, in quanto dotata di competenze esclusive nel proprio settore disciplinare; è autonoma, poiché indipendente dal potere politico e fondata su competenze storico-scientifiche; è trasparente, perché rende conto dei risultati alle istituzioni, al mondo culturale, nonché ai cittadini; è prestigiosa, giacché autorevole e credibile nella cura del patrimonio storico e dei beni comuni.
La Soprintendenza integra tutte le funzioni di tutela del patrimonio e dispone di una competenza esclusiva nel proprio territorio.
Le diverse specializzazioni – archeologiche, architettoniche, storico-artistiche e paesaggistiche – non solo non vengono disperse ma sono organizzate in apposite Soprintendenze di comparto, all’interno di una grande istituzione della tutela.
Le otto città della Sicilia sudorientale, peraltro, sottolinea Minardo, sono costantemente soggette al rischio di terremoti e delle eruzioni dell’Etna, per cui si rende necessario proteggere, salvaguardare, tutelare e valorizzare questo inestimabile patrimonio attraverso l’istituzione di una struttura che si occupi esclusivamente di tali compiti considerato che la confusione di competenze ha determinato una grave destrutturazione della salvaguardia del patrimonio.