Una giovane mamma di 23 anni abitante a Marina di Ragusa, Ana Bambarakilo, di origine rumena, che lavora a Santa Croce, è deceduta sabato notte all’ospedale Civile (nella foto) di Ragusa dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio. Il ricovero giovedì con i primi dolori del travaglio, poi sabato notte è entrata in sala parto.
Alle 2,30 al marito è stato comunicato che il piccolo era stato trasferito in terapia intensiva. Poi all’uomo è stato detto che c’erano dei problemi.
E’ entrato un attimo in sala parto, da quel momento sostiene di non ricordare più nulla “solo tanto sangue e il vuoto”. Alle 4,15 hanno comunicato al poveretto che sua moglie era morta. La coppia era molto conosciuta e stimata a Santa Croce, dove i due lavoravano.
Ama era impiegata in un bar della piazza, il Mokambo. Era simpatica, allegra, sana, gran lavoratrice, e madre di un bimbo di 3 anni. In queste ore davanti al locale in un’apposita cassetta si raccolgono i soldi per organizzare il viaggio qui in Sicilia dei genitori della ragazza per assistere ai funerali. La magistratura ha sequestrato la cartella clinica.
Questo il documento che i proprietari del Mokambo hanno apposto all’ingresso del locale. “È domenica, un giorno di festa. Almeno, di solito è così. Noi, invece, oggi ci siamo svegliati con lo sbigottimento nell’animo per via di una notizia che nessuno mai vorrebbe ricevere: la morte di una giovane mamma. Ana, nostra collaboratrice, proprio nell’atto di dare la vita al suo secondogenito, ci ha lasciati. Grande, il nostro cordoglio. Immenso, il dolore dei suoi familiari. Fortissima, la pena per la sua primogenita e per il piccolo, che non avrà mai il bacio dolce della sua mamma. Ana era una di noi, la sua famiglia è la nostra famiglia, i suoi figli sono i nostri. In virtù di questo, tutto lo staff del Caffè Mokambo ha deciso di dare un ultimo abbraccio ad Ana affiancando i suoi cari nell’esplicazione di quanto consueto in queste tristi circostanze. Abbiamo, quindi, avviato una raccolta fondi per le spese delle esequie della nostra amica. Intendiamo, inoltre, sostenere economicamente e moralmente questa famiglia nell’intraprendere un’azione legale al fine di capire se c’è stata negligenza nella triste vicenda. Chi volesse darci una mano troverà un’apposita cassetta presso il nostro Caffè. Ve ne saremmo grati. Per Ana, per i suoi bambini”.