Sarà per colpa di Mastro Geppetto, sarà che maneggiare attrezzi antichi come l’uomo ha sempre un fascino particolare, sarà che se c’è un mestiere dalle mille sfaccettature e professionalità, è proprio quello del professionista esperto di lavorazione del legno, anche se lo “sgrugno” ( così lo conoscono tutti), trentaquattrenne comisano e residente a Ragusa, preferisce definirsi semplicemente un falegname.
Ben lungi da quell’immagine di artigiano solitario che il racconto di Collodi ci ha consegnato, Salvatore Dinicola ( è così che in realtà si chiama), è un marito ed un padre di due splendide bambine che, nel suo lavoro- passione, mette in gioco non solo le sue capacità tecniche e di precisione, ma anche di fantasia, creatività e gusto. Ed umiltà.
“Ho iniziato a 14 anni – ci racconta. Mio padre desiderava che io imparassi un mestiere ed io, fin da bambino, sono sempre stato a stretto contatto con la natura e, già, allora, ero affascinato nel vedere e respirare quei profumi di laboratorio che provenivano dall’essenza del legno”.
Decise così di fare il falegname e non ancora maggiorenne fu scoperto da un restauratore, Don Tatò “ u Iacitanu” e così iniziò ad insegnarli i piccoli trucchi di quel mestiere, che non dimenticò mai più.
“Piano piano – continua- comprai un trapano, un seghetto circolare, un piccolo palanchino e con questo schiodavo bancali costruendovi piattaie, piccoli stipetti e vari accessori, tutti in maniera un po’ rustica poiché ero affascinato dal mobile antico”.
Poi trovò accanto alla spazzatura un tavolo antico e se ne innamorò a prima vista. Lo restaurò tutto a mano, incollando i vari pezzi e aveva voglia di lasciarlo così com’era, interamente grezzo.
Nella particolarità di quel mobile danneggiato, un bambino che adesso è un anziano, ci ha trovato un rifugio, un nascondino perfetto per non essere scovato mentre giocava con i suoi amici.
“E non va carteggiato, ma valorizzato per i difetti che ha, perché quel mobile ha una storia, quel mobile è storia” – continua Salvatore.
Ed è per questo che questo artigiano versatile, capace di arte, praticità e fantasia, ha il dono di saper comunicare con il legno e trasformarlo in qualsiasi cosa, sfidando le problematiche, che a sua detta, lo rendono più creativo ed ingegnoso. E quindi, come un bravo chef che, nonostante nel frigorifero abbia solo una cipolla e un uovo, riesce ad inventarsi piatti sublimi, anche un bravo falegname come lo “sgrugno”, con tutto ciò che trova, realizza opere incredibili: sedie inutilizzate diventano mensole, lattine schiacciate di coca cola saranno rondelle per creare spessore e in sole tre settimane, insieme all’amico Giammarco, questo super mago del lagno, ha costruito una casa sull’albero, tra alberi di Fichi d’India, a quattro metri da terra, sulla strada per Marina di Ragusa. Un rifugio per chi non ha mai avuto voglia di smettere di sognare.