Il polverone sulla problematica dei cantieri di servizio non si placa, addirittura è alimentato dalle dichiarazioni del gruppo dei grillini diffuse alla stampa, che noi non abbiamo avuto il piacere di ricevere, come altre volte, in quanto esclusi dalla lista dei privilegiati che possono accedere al verbo pentastellato, ma che ci sono state sottoposte da qualcuno coinvolto nella vicenda e come notizie oggetto del nostro interessamento.
Poteva finire con la esaustiva risposta comunicato dell’Assessore, diramata attraverso l’Ufficio Stampa del Comune, dichiarazione che, ancorché priva di necessarie verità in ordine, per esempio, al perché del tempestivo invio della documentazione in mancanza di quanto si aspettava, ugualmente, da tempo, lasciava aperto solo l’interrogativo sulle false assicurazioni dell’amministratore interessato che aveva detto sempre: ‘’E’ tutto a posto’’.
Dicevamo, in un precedente articolo, di qualche difetto di comunicazione, ne siamo più convinti dopo aver letto le esternazioni del gruppo consiliare grillino che, a tratti, rasentano il delirio politico.
Si dice, nella premessa, dopo che il Sindaco ha raccolto il 70 % dei consensi, che l’Amministrazione ‘’è costretta è costretta suo malgrado ad adempiere al proprio ruolo di interfaccia con i cittadini interessati…’’,
oltre a essere costretti ‘’ ad assistere al bieco spettacolo delle fantasiose ricostruzioni di qualche consigliere comunale di opposizione’’.
Rifiuto quindi del necessario confronto con la città, elementi forniti dagli uffici regionali considerate alla stregua di fantasie, elementi che pongono all’attenzione quesiti seri.
Si arriva a parlare dell’ignoranza di qualche consigliere comunale dell’opposizione, ignoranza in cui, forse, comprendono anche il collega consigliere, dello steso movimento, Massimo Agosta, che, nell’ultima seduta di consiglio cercava appunto di capire, e chiedeva aiuto, in tal senso, all’amministrazione, sul tema dei cantieri di servizio. Se anche un loro consigliere, fra l’altro uno dei più attivi, qualificati e che appare spesso consapevole degli argomenti che tratta, per averli studiati, chiede lumi sulla questione, perché la presunta ignoranza dei consiglieri di opposizione deve essere considerata, oltre che grave, anche strumentale e, addirittura, termine assai pesante e pericolosamente irresponsabile, anche dolosa ?
Quali documenti avrebbero dovuto leggere questi consiglieri se, sempre nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, c’è stato chi ha fatto appello, addirittura, al Segretario Comunale, per far rispettare i diritti dei consiglieri sull’accesso agli atti, protesta alla quale l’amministrazione ha risposto con il silenzio che sapeva di consapevolezza della realtà denunciata ?
Perché un Consigliere Comunale di Ragusa dovrebbe fare un giro di telefonate in altri Comuni della Sicilia e non potersi sincerare direttamente con i preposti uffici regionali ?
Si parla di incapacità della Regione a gestire i processi amministrativi, ma mai, negli incontri ufficiali, né a mezzo comunicati stampa, è stato espresso il disagio degli amministratori per le incapacità del governo regionale, anche per semplici procedure, tutte cose che vengono fuori solo ora.
E perché questa sete di verità non fa trapelare le posizioni interne al gruppo su questa espressione assessoriale, come quelle sul primo assessore già defenestrato ?
Comprendiamo e condividiamo le difficoltà del Sindaco, in questo momento particolare post rimpasto, ad affrontare altre eventuali sostituzioni, ma è troppo vicina nel tempo l’ultima riunione con gli indigenti, dove già si è attraversato un momento difficile di confronto per il mancato rispetto di precedenti impegni, per non pretendere, da parte di tutti, amministratori e cittadini, che, almeno, un Assessore abbia il coraggio e l’onesta intellettuale di dire, semplicemente, come stanno effettivamente le cose, dando, naturalmente, per scontao, che il primo cittadino sia esaustivamente informato di ogni singola decisione.
L’Assessorato fa parte del Palazzo e il Palazzo dovrebbe essere di vetro, trasparente e pulito.