Non è certo una città che fra due giorni può conquistare uno scudetto: l’entusiasmo quello vero è retaggio di una minoranza qualificata in materia di sport, quello vero, fatto di ideali, di sano agonismo e di tifo, per il resto c’è un pubblico compassato, da salotto, come spesso è stato per il basket, che non perde un appuntamento ma non distingue una infrazione di passi dal doppio palleggio.
Un’aura di compassata nobiltà che avvolge la città anche di fronte ad eventi che, altrove, trascinerebbero anche gli anziani in trasferta. Una città che si trastulla ad ascoltare i politici che parlano della Ragusa-Catania o dell’autostrada, che si anima per comprare una collezione di abiti d’epoca o per trovare casa ad una inesistente cultura teatrale, ma che non riesce a intravedere i riflessi della possibile conquista di uno scudetto tricolore.
Non è apprezzata nella sua interezza nemmeno l’impresa di una famiglia di imprenditori che, non da ora, ha dato lustro e sostegno a diverse discipline sportive, non tutte da prima pagina. E’ il volto dell’imprenditoria sana del territorio, quella senza eccessi, senza loghi onnipresenti, che vive per lo sport dando molto e senza nulla chiedere in cambio.
Una presenza discreta, con l’eleganza della semplicità, che ha saputo costruire una grande impresa che tutta l’Italia ci invidia e che può costituire volano per far ritornare la realtà ragusana modello da seguire e imitare.
Sono in pochi ad apprezzare, in giro non si fa molto per illuminare l’evento: restiamo legati a stereotipi come quello di cinquant’anni orsono, ‘’clamoroso al Cibali’’, che viene ripescato come pilastro di sostegno a discutibili dissertazioni di cronaca sportiva, non ci sono titoli in prima pagina, né foto a colori.
C’è da sperare che, anche solo per quanto fatto finora, si riesca a sfruttare in termini di marketing sportivo e del territorio l’opportunità che la Passalacqua ha offerto e offre alla città, ci sono timidi segnali che l’amministrazione ne comprende l’importanza, Sindaco e viceSindaco nonché assessore allo sport hanno dato dimostrazione di essere vicini alla squadra: il loro compito, da oggi in poi, sarà quello di avvicinare la città alla squadra, di coinvolgere il territorio, di tutelare e valorizzare un’impresa che, da sola, può ridare lustro e credibilità alla città.