Da 0 a 100 in appena cinquanta giorni di campagna elettorale. La corsa dell’avvocato Peppe Cassì alla poltrona di primo cittadino di Ragusa prosegue verso il ballottaggio, forte di un consenso ampio e solido.
Una candidatura nata “dal basso”, su iniziativa personale e di una lista civica facente capo allo stesso Cassì: Peppe CasSindaco. A questa si sono poi aggiunte le liste Ragusa Fuori dagli Schemi, Movimento Civico Ibleo e Fratelli d’Italia, creando la coalizione civica che oggi porta Cassì al secondo turno elettorale.
Importante il segnale politico: se infatti il Movimento 5 stelle, dato da subito per favorito e trainato dal forte consenso nazionale e dal neocostituito governo, ha totalizzato un buon 22%, è altamente significativo che le liste di Cassì, trainate sul territorio locale in primo luogo dalla forte stima che il tessuto sociale tutto ha nei confronti del candidato, hanno totalizzato quasi il 21% dei consensi, ponendo in essere, di fatto, un vero testa a testa tra i due candidati Cassì e Antonio Tringali.
«Un risultato – ha commentato a caldo Cassì – che mi rende contento e soddisfatto, e per il quale sono molto grato ai ragusani, che hanno evidentemente dimostrato di riconoscersi nel mio progetto politico e di apprezzarlo. Una fiducia che ho avvertito sin dai primi giorni della mia campagna: mi aspettavo infatti un buon risultato, perché andando in giro in questi due mesi ho percepito intorno a me curiosità ed interesse crescenti.
Il voto ha inoltre sancito la crisi dei partiti politici, sempre più distanti dalla gente e dalle loro istanze. Sono molto contento, siamo a metà dell’opera, manca ancora un pezzo di strada, ma siamo determinati e pieni di entusiasmo, abbiamo voglia di completare il lavoro.
Come ho già detto prima del voto, la mia idea è di proseguire il cammino fino al voto del 24 giugno con la stessa squadra che mi ha accompagnato finora, senza apparentamenti, giocandomela “uno contro uno” con il mio avversario: sono infatti fermamente convinto di potere intercettare il consenso anche di molti di coloro che al primo turno hanno indirizzato altrove il proprio voto”.