Sono aperte le iscrizioni al “Sesto concorso nazionale di poesia città di Chiaramonte Gulfi”, ideato da Sergio D’Angelo e Angela Dipasquale che ha raggiunto, negli anni, un notevole successo di partecipazione. Patrocinato dal Comune di Chiaramonte Gulfi, quest’anno vi sono importanti novità: gli ideatori del concorso, infatti, si avvalgono anche della collaborazione dell’associazione Nivèra, del poeta Giovanni Catania e dell’associazione Nusquama. Il concorso è articolato in quattro sezioni: “A”, riservata ai ragazzi fra i 13 e i 18 anni, “B”, per i giovani fra i 19 e i 30 anni, “C”, per le persone dai 31 anni in su, e “D”, riservata alla poesia in dialetto siciliano. Le opere dovranno pervenire all’ufficio turismo del Comune di Chiaramonte entro il 30 giugno. La cerimonia di premiazione, avverrà il 2 agosto. Per avere tutte le informazioni, basta scrivere all’indirizzo mail: concorsopoesia.gulfi@hotmail.it oppure collegarsi alla pagina facebook “Concorso di poesia città di Chiaramonte Gulfi”.
Ma com’è nata l’idea di realizzare un concorso di poesie a Chiaramonte? Che cosa significa essere un poeta? E soprattutto, quali sono le idee che stanno alla base di questo concorso?
Abbiamo realizzato una piccola intervista ad uno degli ideatori: Sergio D’angelo. Poeta chiaramontano molto conosciuto, ha già sei pubblicazioni alle spalle.
Il suo ultimo lavoro, “Angoli Introversi”, sta ottenendo ottimi risultati. La poesia omonima che fa parte della raccolta, infatti, ha vinto il concorso internazionale “Ambiart” per la sezione Sicilia. La poesia “Noia”, ha ottenuto una menzione d’onore a Catanzaro e una Firenze. “Monotonia di un telegiornale”, è finalista a Roma. Altre due poesie che trattano il tema dell’epilessia, verranno premiate al concorso “Sermoneta”, sempre a Roma. L’elenco potrebbe essere lungo, ma Sergio D’angelo non ama dilungarsi troppo parlando del proprio curriculum.
Signor D’angelo, quest’anno siamo arrivati alla sesta edizione. Un bel risultato, no?
“Me lo aspettavo perché penso che, nonostante quello che si dice, la poesia esisterà sempre. Basta fare un giro su internet e vedere quanti blog si occupano di poesia. Non a caso, l’Italia è il Paese dei poeti. Forse è anche il periodo storico”.
Cioè?
“La poesia è sperare, non è altro che un viaggio onirico. Un poeta va oltre il senso comune, riesce a estrapolare lo straordinario dall’ordinario”.
Com’è nata l’idea di istituire un concorso di poesie?
“Davanti a un caffè. Io e Angela Dipasquale ci chiedevamo cosa fare durante l’estate. Avevamo già esperienze di concorsi e di incontri di poesia e quel giorno ci siamo detti: perché non facciamo un concorso? Ma la nostra idea era di fare un concorso diverso perché slegata, in qualche modo, dai temi tradizionali. Faccio un esempio: non è detto che la poesia debba essere considerata tale solo se parla di rondini, di un tramonto o della madre. Volevamo slegarci da questa idea fissa. Infatti, prendiamo in considerazione anche poesie che trattano temi apparentemente non poetici, diversi, come ad esempio la carnalità, la spazzatura o gli ombrelli. Inoltre, il nostro concorso a differenza di altri è gratuito”.
L’anno scorso, quanti lavori sono pervenuti?
“Abbiamo avuto 197 partecipazioni con quasi 400 componimenti. Il primo anno, siamo partiti con 48 opere, quindi c’è stato un crescendo notevole”.
C’è affluenza anche di poeti non chiaramontani?
“Il 90% delle persone che partecipano, non sono chiaramontane. Da concorso “locale”, infatti, è diventato “nazionale”. L’anno scorso, addirittura “internazionale”, visto che ci sono arrivati componimenti dall’Austria, dalla Germania e dalla Romania”.
C’è un consiglio che vuole dare a chi magari vorrebbe partecipare per la prima volta al concorso?
“Scrivete tassativamente in maniera libera. Molto spesso mi viene chiesto: che genere di poesia piace ai giurati? Ecco, per me questa domanda non ha senso perché noi lavoriamo con l’anonimato. I concorsi si fanno perché è bello mettersi a confronto”.