Il giorno dopo le rivelazioni dell’Assessore Martorana circa l’utilizzo improprio dei fondi della Legge 61/81, a tutti nota come Legge per Ibla, l’opinione pubblica non ha mostrato segni particolari di insofferenza, segnale che il rifiuto della politica ha raggiunto livelli impensabili.
In altri tempi la scoperta, se di scoperta si tratta, di una distrazione di fondi che ammonta a oltre 16 milioni di euro, circa trenta miliardi delle vecchie lire, avrebbe suscitato ben altre reazioni.
Se ne può trarre una sola conseguenza: il giudizio sui politici è tale che nemmeno una notizia di questo genere suscita, ormai, particolare scalpore.
Non mancano, però, gli interrogativi e non sono pochi: chi era a conoscenza della situazione ? all’interno degli uffici chi sono i dirigenti e i funzionari che non hanno denunciato il mancato rispetto dei vincoli, coprendo le inspiegabili strategie dei politici ? e i revisori dei conti che competenze hanno sul controllo di queste somme ? Non toccava a loro, prima di tutto, evidenziare queste che, con parole eleganti, l’assessore ha definito discrasie o discordanze ?
Si avverte la tendenza a non criminalizzare i vecchi amministratori, non si vuole punire nessuno ma si sente l’esigenza di capire quali sono le motivazioni e chi sono i responsabili di provvedimenti che potrebbero risultare fatali per le sorti della stessa Legge.
Ma è anche opinione comune che vecchi amministratori impelagati in questa vicenda, non potranno rivendicare credibilità futura.
Neanche i nuovi amministratori, però, sono esenti da critiche, per aver sottaciuto, per nove lunghi mesi, una situazione assai delicata, non certo giustificata dalle parole dell’assessore Martorana che, semplicemente, ha asserito che solo ora, rientrati nel patto di stabilità, trovando il modo di rimediare, è stato deciso di fare partecipi i cittadini.
Se molti hanno apprezzato la maniera in cui determinati esponenti delle opposizioni hanno sollevato la questione, non pochi interrogativi permangono sullo strano silenzio di una amministrazione che si presenta all’insegna della trasparenza, della chiarezza e della massima legalità.
Abbiamo chiesto a Tumino e Lo Destro cosa abbia fatto scattare il sospetto, poi confermato, che i fondi della Legge su Ibla non fossero tutti disponibili: è stato il caso del Teatro Concordia a mettere la pulce nell’orecchio dei due consiglieri, quando fu detto che non c’erano fondi sufficienti per l’avvio del progetto. Da allora una certosina opera di controllo e di verifica che ha dato i frutti sperati, anche se la raccolta, come evidenziato da Martorana, non è stata completa in quanto i due consiglieri hanno denunciato la mancanza di una somma che è solo la metà dell’ammanco totale, o meglio della distrazione.
Ora ci troviamo con un consistente avanzo di cassa che deve servire a ripianare le malefatte del passato, mentre sono state aumentate le tasse e gli indigenti aspettano sussidi dignitosi da mesi.
Qualcuno ha fatto notare anche come non sarebbe tempo i pensare agli abiti d’epoca, quanto piuttosto di ricercare, in tempi brevi, per quali opere siano stati spesi i soldi, cosa di cui dovrebbe occuparsi anche e soprattutto la Commissione Trasparenza.
Sarebbe anche l’occasione per portare a conoscenza della città lo stato dell’arte di tutte le opere oggetto dei piani di spesa della Legge su Ibla, con una esaustiva presentazione ove sia specificato l’utilizzo dei fondi annualmente erogato, delle somme spese e di quelle impegnate, sulla carta, con una rassegna chiara delle opere realizzate, di quelle che devono essere completate e di quello che resta da fare.