Abbiamo intervistato l’assessore all’Ambiente, Claudio Conti, sulla riforma della gestione dei rifiuti che sta attuando a Ragusa.
“Sto cercando di stravolgere il sistema oggi in vigore. Gli sostanzialmente che ci siamo prefissati sono due, il raggiungimento del 70% di differenziato e la tariffazione puntuale ovvero più differenzio meno pago. Questo, che è anche un principio espresso dalla Comunità europea, è condiviso anche da alcune associazioni di categoria, come la Confcommercio, che è stanca di pagare la Tares in base a dei coefficiente presuntivi stabiliti 15 anni fa”.
Quali i progetti attuati o in cantiere.
Lunedì scade il termine ultimo per presentare le proposte in merito alla gara d’appalto per la redazione del piano di intervento sui rifiuti. Nonostante le critiche siamo consapevoli dell’impossibilità di praticare un’altra strada visto che ci siamo prefissati degli obiettivi ben precisi. I 75 mila euro di base scenderanno sicuramente a 60 mila euro, visto che abbiamo previsto un ribasso d’asta del 20%, ribasso che vale 20 punti. Con questa procedura siamo certi, inoltre, di garantire la massima trasparenza grazie all’UREGA che ci fornirà l’elenco da cui poi si sorteggeranno i tre componenti della commissione esaminatrice. La commissione sarà composta da un dirigente comunale, da un esperto in diritto ed un esperto in materia di rifiuti, scelti da elenchi regionali.
Ragusa già possiede un piano di gestione dei rifiuti perché riscriverne un altro?
Il piano di intervento in nostro possesso è un progetto datato. Fu redatto nel 2004 e i suoi anni li dimostra tutti, mi riferisco, ad esempio, alla tariffazione puntuale, una tecnologia che al tempo non esisteva. La tariffazione puntuale è uno dei punti cardini della rivoluzione che ho in mente in materia di gestione dei rifiuti. Le criticità di quel piano sono rappresentate solo dalla sua obsolescenza, ma dal fatto che è incompleto. Quel progetto non è esecutivo, ma solo definitivo. La differenzia è sostanziale. Nel definitivo si stabilisce come organizzare il servizio, quante persone occorrono e quanto costa, sarà poi la ditta, vincitrice dell’appalto, a tramutarlo in esecutivo. E’ la ditta, infatti, che decide in piena autonomia come tramutarlo in realtà, come applicarlo. Con il piano esecutivo, invece, la ditta è vincolata alle strategie già decise a monte. Ma non solo, quel progetto non comprendeva la gara d’appalto, il capitolato generale, il capitolato speciale, il regolamento dei rifiuti, tutta l’assistenza ed il piano di intervento. Infine quel progetto aveva come obiettivo il raggiungimento del 50% di differenziata, noi questa asticella la vogliamo alzare di altri 20 punti percentuali, il ciò implica la modificazione di tutti i parametri a questo punto tanto vale riscriverlo.
Bene, come mai vi siete dovuti rivolgere all’esterno?
Perché non abbiamo tra i nostri dipendenti delle persone preparate per realizzarlo. Qualcuno ha pure detto che io stesso mi sarei potuto cimentare in quest’opera, naturalmente chi lo ha detto non ha idea. Io lo potrei redigere per un piccolo comune come Giarratana, ma non sono in grado di affrontare una realtà così grande e perciò complessa come Ragusa. Prima di redigere la determina abbiamo pure fatto delle ricerche e lì abbiamo scoperto che tutti comuni si sono rivolti all’esterno, fatta eccezione per le municipalizzate, per chi lavora in house, ovvero quel comune che fa impresa, questo non lo possiamo fare, ci mancano le risorse, ci mancano gli uffici. Da queste ricerche abbiamo scoperto che il costo del nostro bando è perfettamente nella media nazionale, quindi nessuna spesa sconsiderata o pazza.
Parliamo degli Ambiti di raccolta ottimale.
In provincia vedremo la costituzione di 12 Aro, una follia, ma la colpa è del presidente Crocetta. Inizialmente l’Aro doveva rappresentare un consorzio di comuni, ma Crocetta ha inserito la possibilità del comune singolo, adesso tutti vogliono costituire il proprio Aro, non rendendosi conto che così si presenteranno 12 piani di intervento. Per fare solo un esempio, un comune come Giarratana dovrà pagare il suo piano all’incirca 20 mila euro, se si fosse consorziata avrebbe pagato meno di 4 mila euro, in pratica con il consorzio si ripartiscono i costi fissi.
L’Ato ambiente ha chiuso battenti il 31 dicembre, ma non mi sembra che la Società di Regolamentazione Rifiuti sia divenuta una realtà?
Con la SRR siamo impantanati. Essa ufficialmente nasce il 25 luglio scorso e in origine doveva occuparsi della gestione dei rifiuti e degli impianti, ma la futura nascita dei 12 Aro in provincia l’ha privata della gestione dei rifiuti. Quindi le spetta solo la cura degli impianti, che sono: le discariche esaurite di Scicli e di Vittoria, la discarica di Ragusa, i due impianti di compostaggi di Vittoria e Ragusa nonché il centro comunale di raccolta di Vittoria. Qui il meccanismo si è inceppato.
Perché?
I soci dell’Ato, che poi sono gli stessi soci della SRR, l’area geografica è sempre la stessa, pretendono giustamente che con gli impianti vengano trasferiti anche i fondi per la gestione degli stessi. Il problema sta qui. I comuni versano ogni tre mesi una quota per il mantenimento delle discariche, in questa somma è compresa una quota da destinare al post mortem della discarica. Di norma si aprono due conti correnti, uno per la gestione ordinaria e l’altro per il post mortem della discarica. Ora ciò che non si riesce a trovare è questo secondo conto. Per quanto riguarda Vittoria siamo certi che non ha mai versato la quota per la gestione della discarica una volta chiusa a differenza di Ragusa, che invece l’ha sempre versata. I liquidatori dell’Ato asseriscono che i soldi ci sono. Il Comune di Ragusa più di un mese fa ha inviato una lettera dove si chiedevano delucidazioni su questo conto, ad oggi attendiamo una risposta. La paura è che quei soldi sono stati già spesi nella gestione ordinaria delle discariche. Per questo la SRR è giunta ad un punto morto.
La soluzione per Vittoria esiste. La città di Vittoria, infatti, dovrebbe accedere al mutuo regionale per i pagamenti delle passività sul piano dei rifiuti e così potrebbe saldare, negli anni, il suo debito. Il problema è Ragusa, non può accedere al fondo e sopratutto ha già pagato.
Come mai con la costituzione della Società di Regolamentazione dei Rifiuti l’organico in forza all’Ato risulta insufficiente? Perché altre nove assunzioni?
Non c’è nessuna assunzione, la notizia è destituita di ogni fondamento. Noi dobbiamo presentare alla Regione un documento con la dotazione organica, i soggetti che ad oggi lavorano per l’Ato, e la pianta organica, ovvero le unità che servirebbero alla neo Società. Ma il Consiglio d’Amministrazione della SRR ha deciso che la dotazione organica è sufficiente, quindi nessuna nuova assunzione. Oggi l’Ato ha 21 dipendenti, di cui un dirigente, un quinto livello e 19 terzi livelli. I soggetti che hanno diritto di lavorare all’Ato e perciò alla SRR non sono 21, ma 25. Perché fu questo il numero che al 31 dicembre 2009 furono registrati come organico. Ora di questi quattro, uno è andato in pensione mentre gli altri tre lavorano nei loro Enti comunali. Ad oggi la SRR manca di una struttura tecnica ed è il dirigente a svolgere tutto il lavoro, il quinto livello è un amministrativo e perciò ha mansioni ben precise, i 19 lavoratori, non sono autorizzati a firmare nessun progetto, anche se tra questi ci sono due architetti. Le opzioni sono due. La prima indire un concorso interno al fine di ricoprire i ruoli mancanti e qui potrebbero partecipare i due architetti oppure indire un concorso esterno.