“La sentenza del Tribunale di Ragusa non ha adeguatamente soppesato le circostanze concrete nelle quali sono maturati i fatti di causa, poggiando la decisione su una lettura parziale delle risultanze probatorie e mostrando una grave sottovalutazione del contesto concreto ed operativo nel quale agisce la ditta Busso nella gestione del delicato servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani”. L’impresa ecologica Busso Sebastiano commenta così la sentenza del Tribunale in merito al licenziamento, considerato discriminatorio, di Giovanni Laurino.
L’azienda che non nega le difficoltà oggettive nell’espletamento del servizio di raccolta differenziata, spesso non dipendenti dalla sua capacità, ci tiene a precisare che il licenziamento era rivolto ad evitare inutili allarmismi e nonché a tutelare l’immagine della ditta stessa. “Diversamente da quanto sostenuto dal ricorrente e dalla stessa sentenza del Tribunale – si legge nel comunicato – non vi è alcun diritto, in senso proprio, alla pubblica denuncia a mezzo di interviste agli organi di stampa da parte dei lavoratori, anche nella loro eventuale veste sindacale, ogni e qualsivoglia violazione alle prescrizioni di legge potendosi portare, senza alcun compiacimento, alla attenzione degli organi competenti”.
Certo la ditta Busso non è che voglia tacitare il dissenso o la denuncia foss’anche di un suo dipendente, ma, precisa “la critica dovrebbe essere mantenuta entro rigorosi limiti di continenza verbale e, soprattutto, corrispondere alla assoluta verità dei fatti: l’uno e l’altro requisito ampiamente esclusi nelle denunce del Laurino”. Per questo la ditta Busso, conscia del rispetto che esigono le sentenze del Tribunale, ritenendola però non giusta né veritiera, sta valutando la possibilità di riccorrere in appello certa in una sua totale assoluzione.