Nella defluenza delle tossine accumulate per la designazione del vertice della Commissione Trasparenza, resta di buono che vengono sdoganati i ‘pizzini’.
Andiamo per ordine: come i lettori avranno avuto modo di sapere, la designazione del vertice della Commissione Trasparenza non ha visto un procedimento fluido per l’incapacità delle minoranze, a cui spettava la scelta del Presidente, di dare una indicazione concorde nei tempi giusti.
Incapacità aggravata dal fatto che diverse componenti delle opposizioni, per la crisi conclamata di partiti e movimenti, vedono la latitanza o la mancanza di leader per il cui carisma alcuni fatti non dovrebbero nemmeno verificarsi.
Tralasciando la genesi dei contrasti avvenuti all’interno della Lista Ragusa Domani, che ha portato alla fuoriuscita del consigliere Marino, transitata nel gruppo misto, la designazione di quest’ultima a Presidente della Commissione Trasparenza è stata contestata dall’ex sodale Lo Destro che in più occasioni ha avuto da ridire sulle procedure di designazione. Ricordiamo che la Marino è stata designata dal Presidente del Consiglio, secondo la normativa vigente, ma dopo una insolita verifica dei numeri di gradimento all’interno delle stesse minoranze.
Il fatto che questo gradimento fosse stato espresso attraverso le firme apposte su un documento che, pare, faceva girare la stessa Marino, aveva fatto dire al consigliere Lo Destro, nella seduta del 13 gennaio, che per questo insolito procedimento erano state utilizzate firme false, con riferimento alla circolazione di “pizzini”, elementi che avevano sollevato le forti perplessità del Presidente del Consiglio che si vedeva costretto a richiedere formale spiegazione in riferimento alle ‘firme false’, al fine di salvaguardare la dignità e il decoro della massima assise cittadina, rammaricato, nel contempo per l’utilizzo di un termine ritenuto, in Sicilia, orrendamente evocativo di prassi criminale.
Nella seduta di consiglio del 28 gennaio il consigliere Lo Destro approfitta dello spazio dedicato alle comunicazioni per illustrare il suo riscontro alla nota del Presidente e lo fa con una comunicazione intrisa di fondamentale moderazione e garbo istituzionale che, di certo, il Presidente avrà avuto modo di apprezzare.
Nella nota di risposta, Lo Destro ripercorre i termini della designazione, slittati fino alla fine del 2013 per le citate divergenze in seno alle minoranze consiliari, che hanno visto, secondo il consigliere, prassi non consolidate di identificazione del soggetto da nominare, attraverso richieste informali di indicazione del nome ai consiglieri delle minoranze, procedimento ritenuto da Lo Destro non in linea con quanto previsto dai regolamenti comunale e delle commissioni.
Al riguardo, si ritiene opportuno riprendere quanto dichiarato, ufficialmente in Consiglio, in proposito, dal Presidente Iacono che ha motivato la sua scelta, imposta dal regolamento, come derivata da una verifica democratica delle preferenze espresse da ciascuno dei consiglieri di minoranza, metodo che lo stesso Iacono ha ritenuto il più equo ed equilibrato, in ossequio a quella che è stata da lui stesso definita la “maggioranza delle minoranze”.
In relazione al suo riferimento ai ‘pizzini’, il consigliere Lo Destro ha espresso forte rammarico per il fatto che il termine sia stato travisato, ravvisandone un’accezione negativa.
Lo Destro si rifà al significato siciliano del termine utilizzato, originariamente, per identificare un piccolo pezzo di carta, un bigliettino, evidenziando come il termine sia entrato anche nel linguaggio giornalistico per fare riferimento ai messaggi scambiati fra deputati e fra senatori in Parlamento.
In chiusura della sua nota il consigliere, altresì, invoca il suo approccio propositivo e costruttivo alle questioni, che solitamente contrappone e cerca di trasmettere anche a quanti hanno una diversa cultura, quella del sospetto, dell’intimidazione e dell’offesa, approccio che ritiene di poter trovare nella piena e assoluta condivisione del Presidente del Consiglio Comunale, considerata la sua storia politica e i valori che è stato chiamato a rappresentare al vertice e in seno alla civica assise.