Il gruppo consiliare del Partito democratico ha avanzato una nobile iniziativa in favore della disabilità. Gli esponenti del Pd hanno proposto all’Amministrazione di aderire alla Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili. Giorgio Massari e Mario D’Asta hanno scritto una proposta di delibera consiliare avente come oggetto: Adesione del comune di Ragusa ai principi e alle indicazioni della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità, per la programmazione e il miglioramento delle politiche sociali.
Facendo riferimento alla Convenzione, adottata dalle Nazioni unite il 13 dicembre del 2006 e che poi fu recepita dallo Stato italiano il 30 marzo 2007, i due conglieri del Pd chiedono che anche Palazzo dell’Aquila compia questo importante passo di civiltà al fine di favorire l’apertura di una nuova stagione dei diritti di cittadinanza e di un welfare locale realmente inclusivo ed efficiente.
La delibera che il gruppo consiliare ha scritto e proporrà al Comune mira sostanzialmente ad avviare un percorso di reale inclusività nella vita cittadina delle persone che hanno delle disabilità. Il riconoscere anche i diritti delle persone disabili vuol dire innanzitutto ribadire il diritto di ogni individuo di essere una bambina o bambino, una donna o un uomo, riconoscendo, contrastando e perciò superando qualsiasi tipo di discriminazione diretta o indiretta, garantendo a tutti pari opportunità.
La Convenzione afferma che “la disabilità è un concetto in evoluzione e che essa è il risultato dell’interazione tra persone con minorazioni e barriere attitudinali ed ambientali, che impedisce la loro piena ed efficace partecipazione nella società su una base di parità con gli altri”, il realizzare questo, che possiamo considerare quasi un principio di massima, vuol dire sostanzialmente cambiare il proprio approccio culturale alla questione, un approccio che non può che concretarsi in un sistema di azioni politiche realmente inclusive. Sin dalla Rivoluzione francesce parlare di persona significa identificare nell’individuo il titolare di diritti e doveri nei confronti della società. Ora, trasponendo questa vecchia conquista filosofia al problema della disabilità, risulta ovvio come la libertà del disabile è primariamente rappresentata dalla sua autonomia di esserci ossia la possibilità di compiere le proprie scelte in totale indipendenza dall’ausilio di altri, ciò determina l’effettiva inclusione del disabile all’interno del corpo sociale.
Un percorso non semplice, certo, ma indispensabile che secondo i due consiglieri potrebbe essere raggiunto anche tramite la promozione dell’informazione, della sensibilizzazione e della formazione dei cittadini, dai più piccoli ai più grandi, al fine di favorire la nascita e la diffusione di una nuova sensibilità basata sul rispetto dei diritti umani. La rimozione di barriere, ostacoli e discriminazioni, l’abbattimento dello stigma legato alla disabilità, il sostegno alla piena inclusione e partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, attraverso specifici seminari, dibattiti e/o incontri con operatori sociali e sociosanitari, mondo del non profit, enti e istituzioni – banche, uffici postali, esercizi commerciali e loro categorie di rappresentanza, sindacati – col mondo della scuola, dell’università e della ricerca, con tutti gli enti preposti a far cultura. Inoltre, si propone, nella suddetta delibera, anche l’istituzione di una giornata dedicata alla Convenzione Onu che preveda accanto a seminari sul tema, particolari iniziative quali passeggiate pubbliche che sensibilizzino sul livello d’integrazione delle persone con disabilità fisica, psichica e/o sensoriale.
Per far sì che tutto ciò possa essere realizzato la delibera in questione affronta anche un altro problema, non propriamente trascurabile, rappresentato dai tagli che il Governo centrale e la Regione hanno attuato nei confronti degli enti locali, tagli che hanno delle inevitabili ricdute sulle fasce più deboli, come quella rappresentata dai portatori di disabilità. Ecco perché Massari e D’Asta in calce propongono anche di chiedere al Governo e al Parlamento di incrementare il Fondo nazionale per le Politiche sociali; di garantire risorse economiche al Fondo sulla non autosufficienza; attivare le risorse, per il massimo di quelle disponibili, per attuare politiche di inclusione delle persone con disabilità.