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Home Politica ed Economia Politica

119 suicidi per la crisi in Italia nel 2013

by Redazione
5 Novembre 2018
in Politica
119 suicidi per la crisi in Italia nel 2013
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Il numero dei suicidi per ragioni economiche è sempre in aumento.

Il numero dei suicidi per ragioni economiche è tornato a salire a settembre, con 13 episodi registrati, e nel mese di ottobre che conta 16 vittime. “E per novembre – dice in una nota Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore del centro studi Link Lab – l’allarme resta ancora molto alto. Salgono complessivamente a 208 i suicidi registrati in Italia per motivazioni economiche dall’inizio del 2012 ad oggi. Non è possibile che vi siano cittadini e imprenditori che sempre più spesso trasformano una richiesta di aiuto in soluzioni estreme, come il suicidio, perché oppressi da debiti o perché oramai privati della speranza di trovare un’occupazione”.

Il numero più elevato dei suicidi si registra ancora una volta tra gli imprenditori: 54 nei primi dieci mesi, il 45,4% del totale dei suicidi per motivi economici registrati in Italia dall’inizio dell’anno. “Una situazione di indebitamento o di fallimento dell’azienda, i debiti verso l’erario ma anche la negazione di finanziamenti da parte degli istituti di credito – prosegue Ferrigni – hanno infatti condotto ad una situazione di disperazione soprattutto gli imprenditori. Si tratta di uno scenario davvero allarmante che rappresenta le drammatiche difficoltà legate alla crisi economica in cui versa il nostro Paese e che richiede un intervento immediato da parte delle Istituzioni”. Nei primi dieci mesi del 2013 sono cresciuti inoltre i casi di suicidio tra i disoccupati: si pensi che sono già 46 i suicidi tra i senza lavoro contro i 28 registrati nell’intero 2012.

Il Nord-Est si conferma l’area geografica con il numero più elevato di suicidi per ragioni economiche: se nel 2012 le regioni dell’Italia Nord orientale hanno fatto registrare 27 casi, contro i 23 dell’Italia centrale, nei primi dieci mesi del 2013, le persone che hanno deciso di porre fine alla propria vita sono state 28 nel Nord-Est, a fronte dei 26 casi registrati al Centro. Cresce sensibilmente però il numero dei suicidi nell’area Nord-Ovest del Paese: sono infatti 25 gli episodi contro i 12 dell’intero 2012. “Anche al Sud – continua Ferrigni – la situazione è decisamente preoccupante. Se si considera infatti che nel Mezzogiorno il tasso dei suicidi per crisi economica è sempre stato storicamente più basso rispetto alla media nazionale, il dato sull’incremento dei suicidi per ragioni economiche nelle regioni meridionali rispetto a solo un anno fa delinea scenari allarmistici. I suicidi, infatti, risultano raddoppiati passando dai 13 casi dell’intero 2012 a ben 25 tragici episodi nei primi dieci mesi dell’anno 2013”.

Sono 15 i casi di suicidio registrati nelle isole. L’analisi del dettaglio per regione, inoltre, rileva il primato del Veneto con 18 suicidi nei primi dieci mesi dell’anno. A seguire la Campania con 12 casi, Piemonte e Lazio con 11, Sicilia con 10, l’Emilia Romagna con 8, Toscana, Lombardia, Liguria e Puglia con 7. Chiudono l’Abruzzo con 6 episodi, la Sardegna con 5, le Marche con 4, l’Umbria con 3, il Friuli Venezia Giulia con 2 e la Calabria con un solo caso. L’età degli autori del tragico gesto: le fasce medie le più vulnerabili. Le classi di età 45-54 anni e 55-64 anni risultano le più esposte, con 38 casi di suicidio per ciascuna delle due fasce d’età. A seguire, il numero più elevato di suicidi si rileva tra i 35-44enni con 28 episodi.

Secondo il direttore Ferrigni “i dati sottolineano le gravi difficoltà di un segmento della popolazione, quello dai 45 ai 64 anni, che raccoglie soprattutto imprenditori e artigiani maggiormente esposti alle difficoltà e all’attuale andamento negativo del mercato. Non dimentichiamo che in questa fascia ritroviamo anche gli ‘esodati’, disoccupati over50 senza pensione”. Quanto alle modalità prevalenti, l’analisi dei dati relativi ai primi dieci mesi del 2013 ha evidenziato come tra le modalità scelte dai suicidi prevalga l’impiccagione: sono 50 infatti gli episodi segnalati. Sono 16 invece i casi registrati tra coloro che hanno utilizzato un’arma da fuoco e 11 tra quanti sono precipitati nel vuoto. Tra le altre modalità utilizzate, la combustione e l’investimento ferroviario, l’affogamento, l’accoltellamento e l’incidente d’auto, l’avvelenamento, l’intossicazione da gas inerte, il taglio delle vene e il soffocamento.

LE MOTIVAZIONI – La crisi economica, intesa come mancanza di denaro o come situazione debitoria insanabile, è all’origine del 66,4% dei suicidi nei primi dieci mesi del 2013. Nello specifico si tratta di 79 episodi di suicidio riconducibili a tale motivazione. La perdita del posto di lavoro rappresenta la seconda causa di suicidio: 26 i casi registrati da gennaio ad ottobre di quest’anno. Numerosi inoltre coloro i quali si tolgono la vita perché non riescono a saldare i debiti verso l’erario (12 i casi registrati), mentre sono due i casi rilevati tra chi aveva difficoltà a riscuotere i crediti dovuti. Infine preoccupante e significativo anche il numero dei tentati suicidi: sono infatti 59 le persone che dall’inizio del 2013 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, tra cui 48 uomini e 11 donne, contro i 48 casi registrati nell’intero 2012. Complessivamente dall’inizio del 2012 sale quindi a 107 il numero dei tentativi di suicidio registrati in Italia per motivazioni economiche.

Fonte: www.today.it

Tags: crisicrisi economicasuicidi

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