Il consenso non era direttamente rivolto a Crocetta ma al suo alleato ragusano, Nello Dipasquale. E’ stato ampio, convinto, ma non ci sono state grandi risposte. L’aeroporto, l’autostrada, la Siracusa-Gela sono cose che interessano anche Ragusa e la sua provincia, ma ogni intervento era di carattere generale, riguardando tutta l’isola.
Sanità, industria, formazione, la Provincia Regionale, la Soprintendenza ai Beni Culturali, la Camera di Commercio, la Scuola dello Sport e tante altre cose sono sospese in un limbo dai contorni indefiniti. Lo stesso Megafono non ha paternità in loco, né a Ragusa né in provincia. Lo stesso Crocetta, in apertura del suo discorso alla convention ragusana, che doveva essere dedicata alle infrastrutture, ha dedicato parole di elogio per l’amministrazione grillina del capoluogo, ma queste cose si sanciscono con il sigillo di qualche emendamento con marca Megafono sparso fra bilancio, regolamento TARES e piano di spesa per Ibla, per far vedere chi conta, altrimenti sono parole sputate sul microfono e destinate a perdersi diffuse dagli altoparlanti della sala, salvo che qualcuno non conservi la registrazione.
Circa un anno fa si insediava “la giunta più rivoluzionaria del dopoguerra”, oggi salvo la chiusura dei rubinetti per il settore della formazione, c’è poco per cui esaltarsi. La stessa credibilità del Presidente è ai minimi storici. Doveva ridursi lo stipendio e non l’ha fatto, la Sicilia è l’unica regione dove non è stato applicato il decreto Monti per il tetto agli stipendi dei politici, le società partecipate dovevano essere ridotte ma sono sempre 32, solo 22 leggi partorite in un anno, compensate da boutade come quella di trasformare l’Ast, incapace anche di portare gente da Fontanarossa a Catania in pullman, in vettore aereo.
Ma il capolavoro di Crocetta è l’abolizione delle province che si è trasformata solo in un rinvio sine die delle elezioni e in un commissariamento prolungato, alla cui scadenza del 31 dicembre non si intravede il benché minimo sbocco.
A tutto si aggiunga il rapporto conflittuale con il PD, la totale mancanza di sintonia con i Cinque Stelle e i recentissimi contatti con Forza Italia e Nuovo centro Destra per cercare di trovare una stampella di sostegno al governo.
Per quanto ci riguarda attendiamo notizie per l’ospedale di Ragusa, per la Ragusa-Catania siamo alle repliche della farsa che ci allieta da anni, Provincia, IACP, Camera di Commercio, ASP sono commissariate, opere come il Convento dei Frati Minori Riformati, annesso alla Chiesa di Santa Maria del Gesù sono affidati agli squilibri ormonali della Soprintendenza e il Museo Archeologico di Ragusa può attendere per avere una sede definitiva. Il turismo in provincia, come in buona parte dell’isola è defunto, la cultura è dimenticata, come ha avuto modo di dichiarare l’ex vicequestore Malafarina, attuale vicecapogruppo del Megafono all’Assemblea Regionale, “Questi assessori non saranno delle cime, ma hanno onestà intellettuale”.
In questo scenario da decadenza dell’impero, Ragusa ha avuto l’onore di ospitare il primo appuntamento per la campagna di rilancio del Megafono: doveva essere il primo incontro con il territorio per ascoltare le istanze che arrivano dalle varie parti della Sicilia. Da Ragusa si doveva iniziare con un convegno sulle infrastrutture e sul ruolo che, in tale direzione, può mettere in campo Il Megafono, non solo con l’azione di governo ma anche come movimento politico attento e vicino al territorio, in un’azione di rilancio della Sicilia. In realtà è stato un incontro con il Territorio di Nello Di Pasquale che ha riempito l’Auditorium della Scuola Regionale dello Sport per accogliere gli ospiti: oltre al Presidente Crocetta, il Senatore Lumia, gli Assessori regionali Mariella Lo Bello, Maria Rita Sgarlata, Nino Bartolotta, gli onorevoli Oddo e Malafarina.
Non sono state ascoltate le istanze di nessuno, si è fatto solo cenno alle infrastrutture, è stata prevalentemente una serata di propaganda sull’azione di vera e propria rivoluzione che non solo ha portato all’elezione del presidente Rosario Crocetta ma anche profondamente cambiato il modo di governare l’isola, mettendo da parte gli interessi dei pochi per guardare all’interesse generale. Naturalmente sono rimasti delusi quanti si aspettavano qualche cenno alle tematiche locali, alle province, all’eventuale prolungamento del commissariamento, alle fresche dimissioni del commissario della Camera di Commercio, peraltro assente, alle prossime nomine dei manager in Sanità, ad altre questioni come quelle attinenti dirigenti dell’IRSAP. Parimenti nessun cenno sulla collocazione politica di Megafono in provincia, sui responsabili territoriali, sui rapporti con Territorio, il Movimento politico dell’on.le Nello Dipasquale, e con la lista Ragusa Domani che fa riferimento all’ex candidato sindaco Giovanni Cosentini, quest’ultimo fra gli organizzatori della riuscita convention.
Dal saluto introduttivo di Nello Dipasquale hanno tutti inneggiato alla celebrazione di Crocetta e all’esaltazione dell’azione di governo, Malafarina, Oddo, gli assessori Lo Bello, Sgarlata e Bartolotta.
Propaganda pura nel discorso del Senatore Lumia, da campagna elettorale, che legava l’argomento infrastrutture alle esigenze di legalità e sviluppo imprescindibili.
Un lungo ringraziamento a Crocetta per il suo impegno che ha consentito il raggiungimento di importanti traguardi. La crisi vista come opportunità positiva per un cambiamento radicale, in netta contrapposizione agli atteggiamenti di supina acquiescenza alle situazioni contingenti.
Un triplo grazie al Governo regionale, per il sapiente utilizzo della spesa pubblica, oggi risorsa di sviluppo, con 6 milioni messi in circolo e liberati dal circuito vizioso affaristico mafioso.
Ancora per le riforme istituzionali, prima fra tutte la doppia preferenza di genere che incrementato in maniera esponenziale la presenza di donne nelle istituzioni.
Infine, quella che Lumia considera una grande attestazione di credibilità nei confronti dell’Italia e dell’Europa con la spesa elevata dal misero 12% al 40%, anche in vista del prossimo semestre europeo affidato al nostro Paese.
Come al solito coinvolgente ed enfatico il discorso del Presidente Crocetta che ha toccato vari argomenti volando da una tematica all’altra, con soave volo di farfalla.
Sì, a stare accanto ai Forconi, ma non disposto alle violenze, nuovo ruolo per l’IRFIS e nuovo modo di erogazione di finanziamenti e aiuti alle imprese. Per la prima volta non ci sono stati incendi boschivi: merito di un diverso approccio con i forestali, pagati regolarmente, spendendo di meno, utilizzati contro il dissesto idrogeologico e non come antincendio a dicembre, come si era soliti fare. Non è stato licenziato un solo lavoratore e si sono pure risparmiati 2.400.000 euro, si sono potute avere valutazioni positive dalle agenzie di rating. Per la prima volta, dopo 10 anni, la Sicilia impegna tutti i fondi programmati, non torneranno soldi a Bruxelles. Immancabile un cenno al risparmio, dalle spese riservate del Presidente, ridotte a soli 50.000 euro dai numeri a sei zeri dei predecessori, a quelle della Sanità.
Come un fiume in piena il Presidente Crocetta ha ricordato gli interventi nel settore della Formazione, le azioni rivoluzionarie per il Fondo di solidarietà ai disabili e quello per il salario minimo di solidarietà. La percezione del cambiamento, secondo Crocetta, è ormai diffusa, anche fuori dall’Italia, come testimonia anche la stampa estera, ma molto si deve ancora fare perché la Sicilia ha bisogno di cambiare ancora. Una cosa è certa, come ha dichiarato Crocetta, non si farà dettare l’agenda da nessuno, sa di avere i siciliani dalla sua parte, ne rivendica il sostegno espresso attraverso il voto, ne sarà consapevole fin quando un bambino, incontrandolo per strada, lo saluterà dicendo : “Ciao Rosario” e non “Ciao presidente”.
Caro onorevole Dipasquale, tutto questo ci basta ?