“Il copione è di quelli già visti: in Sicilia siamo in grado di avviare imprese eccezionali e poi lasciare che l’incuria, la distrazione se non addirittura l’ignavia facciano scempio del successo poco prima ottenuto. E’ quello che sta accadendo adesso alla Cacioteca Regionale del Corfilac!”. Lo denuncia, in una nota, il sen. ragusano Giovanni Mauro (FI), venuto a conoscenza di alcune informazioni riguardanti la struttura inaugurata quasi due anni fa.
“Ho saputo che a neanche 24 mesi dal taglio del nastro – dichiara Mauro – la Cacioteca Regionale Siciliana, presentata alla stampa nazionale come centro di eccellenza per la conservazione, la tutela e lo studio delle tradizioni siciliane nella produzione dei prodotti lattiero casearei, è chiusa per ragioni di sicurezza. E’ crollata una parte del controsoffitto perché, pare, ci piovesse dentro. O meglio: si credeva che ci piovesse dentro, ma si trattava invece di un guasto all’impianto antincendio che, non individuato tempestivamente né riparato, ha danneggiato la solidità del soffitto in gesso che poi è crollato”.
“Ma il problema non è tanto questo – ammette il senatore – può capitare che si verifichi un guasto in una qualsiasi struttura e che per ragioni di sicurezza la si debba chiudere per un breve lasso di tempo. Però, la Cacioteca Regionale è fuori uso da marzo. Sembra che la si sia dovuta chiudere perché, mancando i fondi per riparare quel che si era rotto, la condizione in cui versa l’abbia resa inagibile. Ecco questo è vergognoso!”.
Sì, è vergognoso, se non addirittura imbarazzante come noi siciliani, meridionali ed italiani, siamo imbattibili in questo gioco al massacro, insuperabili nel mandare in malora tutto ciò che ha un valore, tutto ciò che potrebbe creare un’economia, un indotto, un volano per la crescita del territorio. Questa mancanza di senso civico, di rispetto della cosa pubblica, dovrebbe indignarci e farci gridare allo scandalo, ma quasi mai è così.
Il Corfilac beneficia ogni anno di un contributo versato dal Comune di Ragusa, cioé ogni anno tutti noi cittadini sovvenzioniamo questa struttura, che, a ragion veduta, ci viene invidiata ed è stata esaltata come il “Tempio del formaggio”. Un centro d’eccellenza appunto, che venne salutato con entusiasmo da giornali quali La Repubblica, Il Sole 24 Ore e Libero, solo per citarne alcuni. Proprio in questi anni si fa un gran parlare di consumi a chilometro zero, di prodotti di qualità e di difesa delle eccellenze di un territorio, realtà come la Slow Food, ad esempio, ne ha fatto la propria bandiera e noi? Inauguriamo, ci glorifichiamo e poi lasciamo decadere il tutto con assoluta nonchalance.
“E’ mai possibile che – continua l’esponente di Forza Italia – dopo nove mesi dalla scoperta del danno, nessuno si sia preoccupato del perché questo centro di studio e conservazione dei formaggi siciliani, del quale ci siamo vantati tutti in lungo e in largo, sia chiuso? La Regione è mai stata interessata della faccenda? I formaggi che erano contenuti all’interno delle celle frigorifere che fine hanno fatto? Qualcuno, addirittura, racconta che siano stati regalati al personale del Corfilac (un po’ di Ragusano Dop, provola dei Nebrodi e della ‘tuma persa’) con dei pacchetti dono contenenti anche una pregiata pubblicazione sulla storia del latticino più importante degli Iblei impreziosita dagli scatti fotografici del celebre Giuseppe Leone. Pubblicazione che, per quanto ne so, era destinata ad essere omaggio in occasione di eventi o di ospiti importanti del centro o, ancora, strumento di promozione del territorio e dello stesso prodotto lattiero caseario ‘raccontato’ nell’edizione. Omaggio natalizio o meno, mi sembra che si sia davvero toccato il fondo e per questo motivo – conclude Mauro – intendo chiedere l’immediato intervento dell’Assessorato regionale competente perché venga verificata l’attuale condizione della struttura e, eventualmente, capire se è possibile individuare delle responsabilità. E’ ovvio che questa è una situazione scandalosa che va indagata e, soprattutto, risolta per restituire alla fruizione dell’area iblea e dell’intera Sicilia quella che è stata definita come una vera e propria biblioteca del formaggio!”.
Naturalmente dopo il danno la beffa. Era troppo complesso od oneroso riparare il guasto, meglio aspettare la famigerata manna dal cielo per nove lunghi mesi e poi se questa non arriva non fa nulla, ci si affiderà, come al solito, al vecchio adagio “calati giunco che passa la piena”.