L’ASP di Ragusa organizza, per martedì 7 presso la Direzione generale dell’azienda, un incontro con le istituzioni e le parti sociali per la sottoscrizione e di un protocollo d’intesa sulle ludopatie.
Il gioco, da sempre, ha costituito un elemento sempre presente nella vita sociale, anche il gioco d’azzardo, per quanto vietato, si è insinuato, soprattutto in determinati periodi dell’anno, su larghe fasce di popolazione, senza eccessiva distinzione di reali possibilità economiche di partecipazione.
Il giocatore d’azzardo solo in rari casi veniva considerato affetto da dipendenza, ma si deve considerare che non erano molte le occasioni per giocare e relativamente poche erano le persone che si dedicavano a questo tipo di pratica con dedizione costante.
Oggi è venuta fuori una vera e propria patologia, la ludopatia, che viene considerata un disturbo del comportamento, classificata nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, che rientra, per ora, nella categoria diagnostica dei Disturbi del controllo degli impulsi mentre sta per essere catalogata in quella delle “dipendenze comportamentali”.
Il giocatore patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell’apparente tentativo di recuperare le perdite. L’ASP 7 organizza un incontro con le istituzioni e le parti sociali per la sottoscrizione e di un protocollo d’intesa, investendo più delle proprie possibilità economiche (facendosi prestare i soldi) e trascurando gli impegni che la vita gli richiede.
La crescente diffusione delle ludopatie è direttamente collegata a quella di tutte le forme di gioco e scommessa create, autorizzate, pubblicizzate e favorite dallo Stato che, con l’incentivazione delle giocate, non solo ha occasione di favorire la lobby delle aziende dedita a questo tipo di impresa ma ne ricava introiti sempre crescenti che vengono incontro ai bilanci statali.
Si è venuta a creare una situazione paradossale e assurda, favorita anche dalle crescenti condizioni di crisi economica che attanaglia fasce sempre più estese di cittadini, alcuni dei quali si illudono di riuscire a trovare nel gioco la soluzione a tutti i problemi.
Unica soluzione alle ludopatie sarebbe quella di tornare indietro nel tempo, quando ci si limitava alla schedina del totocalcio o alla giocata settimanale del lotto, così da eliminare tutte queste possibilità di cimentarsi nel gioco, spesso rovina delle persone e delle famiglie, o almeno quella di permettere il gioco solamente in funzione delle possibilità economiche certificate dal reddito.
Si resta perplessi e viene da sorridere, quindi, se organi periferici dello Stato sembrano interessarsi alle ludopatie, dallo Stato stesso provocate e favorite attraverso una crescita esagerata delle occasioni di gioco.
Ciononostante va encomiata l’attività instancabile dell’autorità sanitaria che cerca di porre un argine al preoccupante fenomeno che, impadronendosi dell’uomo, ne sconvolge la sua vita, la sua famiglia e le sue relazioni sociali.
L’ASP 7 di Ragusa e la Diocesi, insieme all’Osservatorio Permanente Provinciale, stanno portando avanti una serie di azioni per misure adeguate, coinvolgendo anche altre istituzioni: la Prefettura di Ragusa, la Questura, l’Ordine dei Medici, la Confcommercio, la Provincia Regionale, la Conferenza dei Sindaci e l’Ufficio Scolastico XVI Ambito Territoriale per la Provincia di Ragusa.
In funzione di un definito programma di intervento, che vuole arrivare alla sottoscrizione di un protocollo di intesa che verrà adottato in tutti i comuni della provincia per tutelare i cittadini, martedì, 7 gennaio, infatti alle ore 11.00, presso la sede della Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria sarà organizzato un incontro fra le parti interessate. Il protocollo prevede la realizzazione di: corsi di formazione per i gestori delle Sale da Gioco, incontri con gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, riunioni con i fedeli nelle parrocchie e incontri in tutti i luoghi di aggregazione sociale.