Abbiamo intervistato l’ex magistrato Antonio Ingroia, oggi commissario liquidatore della Sicilia e-servizi, in merito al comunicato stampa del Codacons, nel quale l’associazione si chiede come una società in liquidazione può parlare di investimenti.
“Mi è del tutto indifferente ciò che scrive o dice – ci confida Ingroia – il Codacons, da sempre mi hanno osteggiato in quanto quella associazione, più che difendere i diritti dei consumatori, è diretta emanazione di un preciso soggetto politico e per questo non ha mai digerito alcune mie indagini. Addirittura furono quelli che si rivolsero al Tar quando fui trasferito al tribunale d’Aosta”.
Allora ci può chiarire la vicenda della Sicilia e – servizi?
“Iniziamo col dire che questa società, di cui sono il commissario liquidatore, dal 31 dicembre scorso non è più una partecipata, in quanto è scaduta la convenzione con il socio privato. Dal primo gennaio 2014 la Sicilia e – servizi è un soggetto totalmente regionale. Il fatto grave è stato rappresentato dalle politiche attuate dall’amministratore unico, che ha gestito i fondi dalla partecipata in favore del socio privato, che deteneva il 49%. Naturalmente il privato fa i suoi interessi, mentre l’amministratore doveva fare gli interessi della Regione. Solo per fare un esempio, tutti i dati della Sicilia e-servizi, ancora oggi, sono contenuti in un server in Val d’Aosta, mentre ho trovato, nei nostri scantinati, un server ancora incelofanato”.
La Sicilia e – servizi è in liquidazione, ormai è ritornata completamente nelle mani della Regione, quindi quale sarà il suo futuro?
“Questo non lo so e non è compito mio deciderlo. Quello che posso dire è che la società non può stare in liquidazione per sempre, come, visto il delicato ruolo che svolge, non può essere chiusa da un giorno all’altro, in quanto andrebbe in tilt tutto il sistema informatico legato alla Regione Sicilia, si pensi agli stipendi dei regionali ma anche al piattaforma telematica delle Asp. Adesso io mi sto occupando di gestire una situazione straordinaria, mettendo ordine nei conti ed amministrando questa fase transitoria. Sarà premura della Regione trovare quanto prima la forma giuridica più adeguata affinchè il servizio di questa società venga garantito nel migliore dei modi”.
All’Ars è in discussione in questi giorni la legge finanziaria e pare che il Governo Crocetta voglia mantenere in vita solo 9 società partecipate delle 34 esistenti. Fra queste nove vi è la Siciliana e – servizi, che dovrà essere ristrutturata secondo una nuova forma giuridica. Stando così le cose non pare proprio che il Codacons abbia fatto uno scoop.