Quello che si sapeva da mesi, accordi stipulati prima del ballottaggio, istanze di rinnovamento della compagine assessoriale che provengono dalla base, aspirazioni di consiglieri comunali ad occupare l’altra parte dell’aula consiliare, sono tutti ingredienti di una pietanza tutta da gustare, il cui profumino ha finito di riempire le stanze del palazzo e, come spesso accade, si sente anche da fuori.
E’ un buon profumo, che fa venire l’acquolina in bocca, spesso gradevole, ma sempre un profumo popolare, conosciuto, espressione della solita politica, segnale che, in fin dei conti, il rinnovamento tanto agognato rimane solo una pia illusione.
Non ci aspettava un elegante profumo di zagara, come quello che si gode passando per le stradine di Taormina, ma siamo all’odore della minestra di legumi, quanto di più comune possa esistere nella cucina tipica locale.
Il riserbo tipico dei vari passaggi che portano al rimpasto non fa che ingigantire indiscrezioni e illazioni.
Le critiche ormai giornaliere delle opposizioni e le indecisioni dell’amministrazione nella conduzione della cosa pubblica hanno reso, ormai questa manovra, in itinere, ammessa ma non ufficializzata, come il possibile cambio di marcia che sembra indifferibile, solo che l’amministrazione lo vuole fare apparire come un cambio di ‘rapporti’ automatico, mentre, a tratti, si ha l’impressione che sarà un quarta/seconda che necessiterebbe di adeguata ‘doppietta’, felpata, per evitare scossoni nella marcia che dovrebbe apparire sempre normale.
Alle illazioni e alle congetture contribuisce il deficit fisiologico di comunicazione dei grillini che costituisce propellente per le ipotesi più diverse, con l’additivo delle inevitabili indiscrezioni che sempre trapelano.
Ancora una volta i giovani e inesperti (di politica) grillini si ritrovano davanti ad un problema più grande delle loro capacità, difficile da gestire.
Almeno due i posti da mettere a disposizione, per accordi elettorali iniquamente non ufficializzati: ma chi viene messo da parte ? Se per altre cariche viene adottato il sistema accettato del turn-over, così non sembra per gli assessorati. La base, con il mancato gradimento, ormai risaputo, nei confronti di elementi ben identificati della giunta, complica le cose ma non riesce a proporre, nel contempo, figure alternative di rilievo, che pure ci sarebbero, indiscutibili per capacità e aplomb, ma ci sono pur sempre i rintocchi del campanile da ascoltare.
A complicare le cose, la posizione degli alleati che non si sbottonano più di tanto e, a tratti, non sembrano fare salti di gioia per l’entrata in giunta, rimandando l’indicazione dei possibili assessori designati.
Come pure la pirandelliana condizione di quelli che, da tutti, vengono dati come gli elementi da sostituire ma ostentano sicurezza sulla loro posizione. Con un Sindaco che sembra voler limitare a due le sostituzioni per non ammettere che qualcosa non funziona nella macchina dell’amministrazione, come dire cambio solo due pneumatici, non è la dotazione iniziale che va male, perché pure ci sarebbero le spinte per una sostituzione totale, un cambio all’americana che, forse, i ricordi di basket solleticano al giovane Sindaco.
Sembrano solo follie e utopie, ma potrebbero essere anche giustificate per un soggetto giovane, finora digiuno di politica: un ‘coup de theatre’ che alcuni considerano come un sacello per il Sindaco ma che, invece, potrebbe costituire il missile per mandarlo in orbita.
Mandare tutti a casa per mancanza di risultati e di consenso popolare, ricominciare daccapo.
L’alternativa è quella di illudersi e illudere che tutto va bene, che tutto è fisiologico come il rimpasto.
Di tutto questo le opposizioni percepiscono solo il profumo.