Miserabili, degni di essere commiserati per la loro sorte, quasi tutti gli esponenti della classe politica regionale sono sotto accusa per l’utilizzo improprio dei fondi destinati ai gruppi parlamentari.
Più che in altre regioni, la vicenda assume in Sicilia toni pirandelliani, fra rilievi della magistratura intenta a spulciare fra scontrini per biancheria intima misti a ricevute fiscali per le cialde della macchinetta del caffè.
C’è chi ha comprato fumetti, ma qualche signora è andata anche in gioielleria, qualcuno ha comprato l’auto, qualche altro ha fatto la spesa per gli amici, comprando panettoni ed elettrodomestici.
Nella vicenda non sono coinvolti solo i soliti spendaccioni e dilapidatori di scuola berlusconiana, o democristiana antica, ma pure le cariatidi della moralità politica e dell’integrità amministrativa accompagnati dalle giovani leve rottamatrici che della vecchia classe politica corrotta e concussa avrebbero voluto fare materiale per la raccolta differenziata.
Non mancano le argomentazioni per sollevare polemiche e lanciare appelli alla rettitudine e all’onestà, ma come al solito si va oltre i limiti e, nemmeno di fronte alla realtà di un bersaglio bipartisan, si riesce a essere garantisti quel tanto che basterebbe per aspettare le risultanze dei primi interrogatori.
E’ il sistema che è bacato e corrotto, prima assegna fondi spropositati senza criteri preventivi e controlli consuntivi, ancora più grave che la cosa va avanti per anni, poi, al suono di una campanella, tutti sull’attenti per controllare se qualcuno ha la caramellina in tasca. Un po’ come avvenne per le lenzuola della Presidenza della Regione, quando il fondo riservato del Presidente della Regione, per anni assolutamente incontrollato, divenne, di colpo, oggetto di trasparenza ineludibile.
Su un aspetto della vicenda, però, nessuno si sofferma: tutti questi parlamentari godono di stipendi e indennità che assommano a diverse migliaia di euro mensili, roba da far impallidire i poveri disgraziati a reddito fisso da mille euro al mese, ma riescono a spendere il loro tempo raccogliendo scontrini anche per i giornali, segno di una ingordigia che rasenta l’inverosimile. Non sono capaci di mettere soldi di tasca propria, non si comprende poi perché quando sono nel territorio del collegio elettorale hanno uno stuolo di galoppini e servitori vari, ma per questo tipo di spese, ufficialmente fatte per i gruppi e per la politica, provvedevano personalmente.
Se si può capire chi ha acquistato auto o gioielli o forniture per il Natale, cosa ci fanno alcuni onorevoli come i nostri alle prese ora con la giustizia per 5 o 6 mila euro, cifra che dovrebbero e potrebbero avere in tasca come spiccioli per le piccole spese ?
Ricordiamoci anche di questo quando saremo chiamati a nuove elezioni.