Questa mattina giunge, quasi a sorpresa, l’appello del rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, ai soci e ai componenti del Comitato dei Consorziati e ai Revisori dei conti del Corfilac di Ragusa, affinché si apprestino ad eleggere il presidente del Consorzio, questa volta nel totale rispetto delle norme statutarie.
Il professor Pignataro non può non far riferimento, nel comunicato, allo stato di paralisi in cui versa il Consorzio lattiero-caseario dopo l’illegittima elezione del suo presidente, Antonio Colombo, avvenuta lo scorso 25 novembre.
Una nomina osteggiata sin da subito dal rettore, in quanto contravveniva all’articolo 9 dello statuto, il quale stabilisce che il presidente del Consorzio deve essere eletto dal corpo docente dell’Università di Catania. Contro quell’elezione vi fu pure il Comitato dei Consorziati, che, il 13 dicembre, rigettò 18 dei 20 punti presentati all’ordine del giorno dal presidente. Colombo, sfiduciato in modo plateale, quello stesso giorno, presentò una nota dove annunciava di non poter più presiedere agli impegni istituzionali per motivi personali, ma sopratutto per un periodo indeterminato. Un fatto grave, che ha congelato di conseguenza l’intera attività del Consorzio. Quello del Comitato è stata, per il rettore, un atto dovuto, causato dall’illegittimità del consiglio di amministrazione, una preoccupazione peraltro evidenziata e messa a verbale dal Collegio dei Revisori. L’elezione di Colombo fu una forzatura voluta dal Comune di Ragusa, dal rappresentante della Regione e dal Consorzio di Bonifica. Un atto illegittimo, un arroccamento, è così che lo ha definito il rettore, che ha costretto l’Università a denunciare il fatto alle Autorità competenti.
“Risulta, dunque, quanto mai urgente procedere al ripristino della legalità violata – ribadisce
il rettore -, anche per procedere alla nomina del Comitato Scientifico”, organo indispensabile del quale oggi il Corfilac è ancora orfano. “E’ quanto mai evidente – continua il rettore – che l’assenza di linee di indirizzo scientifico compromette l’azione del Consorzio stesso con chiari danni economici anche per le aziende zootecniche del territorio e per gli atenei di Messina e Palermo che per Statuto partecipano con propri rappresentanti al Comitato Scientifico del Corfilac”.
Il Consorzio, in questi ultimi mesi, ha vissuto in un limbo, in una dimensione tutt’altro che asettica. Costretto in un immobilismo asfittico, non deliberando né programmando, ha messo a rischio non solo il settore zootecnico, a cui è strettamente collegato, ma il lavoro stesso di tutti quei tecnici e di quei professionisti che hanno fatto grande il nome del Corfilac. La pesante cappa di illegalità che pesa sull’operato del Consorzio, da un lato, ha svuotato ed impoverito la struttura delle sue peculiarità, di quell’effervescenza intellettuale che lo aveva caratterizzato, mentre, dall’altro, ha gettato un’ombra su tutte le scelte adottate dal consiglio di amministrazione. L’esortazione del rettore a rientrare quanto prima entro i confini legali stabiliti dallo statuto non può che riferirsi proprio a questo, specie oggi, che è stato approvato il bilancio di previsione per il 2014, un documento ancor più importante, se letto alla luce delle notizie provenienti da Palermo, secondo le quali la legge finanziaria regionale avrebbe previsto un contributo di soli € 1.620.000,00, un finanziamento largamente insufficiente rispetto all’assetto organizzativo del Centro.