In questa settimana il Comitato Ragusa contro le barriere ha incontrato per ben due volte l’Amministrazione comunale e alcuni politici della minoranza, per parlare di barriere architettoniche. La prima volta in Commissione centri storici e la seconda volta, ieri, al City.
Due incontri fotocopia se non fosse cambiato il pubblico. Due incontri dove il Comitato ha snocciolato tutte le criticità di Ragusa, dove ha dimostrato, leggi alla mano, che questa città è abusiva, un abusivismo normalizzato o meglio legalizzato dalle firme dei vari progettisti, dei tecnici e dei dirigenti del Comune, che, via via negli anni, hanno attestato l’assoluta regolarità delle opere, naturalmente tutto contra legem. Due incontri dove è stato normale oltreché fastidioso sentire quasi un’empatia commossa da parte dei nostri politici, che non hanno potuto che constatare uno stato di fatto e, come sempre, promesso l’immediata costituzione di un tavolo tecnico o di un ufficio preposto a vigilare, controllare ed eventualmente sanzionare.
Iniziamo col dire che in tutte e due gli incontri si è sentita l’assenza del sindaco e dell’assessore ai servizi sociali, Flavio Brafa. Naturalmente in Commissione era presente l’assessore ai centri storici, Giuseppe Di Martino, e l’assessore ai lavori pubblici, Stefania Campo, è venuta al City, dove mancavano tutti i rappresentanti delle forze politiche nonostante fossero stati invitatati, fatta eccezione per Giorgio Massari e Mario D’Asta. I due esponenti del Pd si sono impegnati a portare in Consiglio, magari con la complicità dell’assessore Campo, che ha accolto di buon grado l’invito, le problematiche dei disabili.
Ciò che denuncia candidamente il Comitato è il fatto che la stragrande maggioranza delle istituzioni a Ragusa non sono accessibili. La caserma dei Carabinieri, gli Ospedali, la Questura, la Prefettura e l’ufficio di medicina legale in via Ibla, per intenderci dove si rinnovano le patenti, sono inaccessibili. Ma anche gli edifici di nuova costruzione o da pochissimo restaurati risultano inaccessibili, come Palazzo La Rocca, Palazzo Cosentini, il parcheggio della SiSosta, non sono a norma. Inoltre anche gli esercizi commerciali, come farmacie, tabacchini, gelaterie e ristoranti non sono accessibili, come d’altra parte gli Hotel, i B&B e le case vacanze. A Ragusa Ibla, per esempio, il 90% degli esercizi non rispetta la normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Tutte strutture da poco restaurate o addirittura nuove, che hanno pure beneficiato di contributi pubblici, come la legge su Ibla, non potevano farlo visto che non sono agibili, secondo l’art.32 legge 41/86. Ora qualcuno potrà parlare dell’impossibilità di adeguare la totalità degli esercizi, specie nel centro storico ed a Ibla, ma a questo punto la domanda viene ribaltata, ma è mai possibile che tutti questi edifici o esercizi godono delle deroghe stabilite art.19 comma 3 della Dpr 503 del ’96? Ma è possibile che i nostri amministratori non conoscano o ignorino gli articolo dal 77 all’82 del Dpr 380 del 2001 del Testo Unico per l’edilizia? Sono questi, infatti, gli articoli riguardanti l’eliminazione delle barriere architettoniche nella progettazione di nuovi edifici e nella ristrutturazione degli interni, come delle sanzioni (art 82 comma 7) per Il progettista, il direttore dei lavori, il responsabile tecnico degli accertamenti per l’agibilita’ ed il collaudatore, puniti con l’ammenda da 5164 euro a 25822 euro e con la sospensione dai rispettivi albi professionali per un periodo compreso da uno a sei mesi.
Oltre alle solite promesse ci si aspettava, da parte del mondo politico, e sopratutto da parte del sindaco e dell’assessore Campo, qualcosina in più, specialmente nei confronti di chi ha perpetrato, durante questi anni, questo scempio, questo ladrocinio, questa sistematica elusione della legge. Mi riferisco, solo per fare dei nomi, all’ing Michele Scarpulla, all’architetto Giorgio Colosi e all’architetto Ennio Torrieri, colpevoli di aver progettato, collaudato, diretto i lavori ed infine di aver espresso il loro parere favorevole sull’accessibilità dell’opere realizzate. A poco vale dire che l’Amministrazione nulla può nei confronti dei suoi dirigenti, non è vero, se questi professionisti hanno sbagliano l’Amministrazione ha l’obbligo morale oltreché legale di denunciare queste illegalità.