Nel 2004 l’Ato Ambiente di Ragusa commissionò alla Scuola Agraria del Parco di Monza la redazione del Piano Comunale per la raccolta dei rifiuti. Il piano, nonostante la legge del tempo prevedeva una raccolta differenziata minima del 35% (oggi il limite è del 65%), si proponeva già di raggiungere il 52% tramite il sistema del “porta a porta”. Il Piano fu redatto ed acquistato dall’Ato ossia pagato dai 12 comuni della provincia.
La domanda che ci poniamo è perché il Comune di Ragusa ha deciso di abbandonare questo Piano, sostanzialmente ancora valido, per bandire un concorso per la redazione di un nuovo Piano? Non si poteva rivedere questo stesso Piano alla luce della nuova legislazione?
Come abbiamo già detto la redazione del piano di intervento di un nuovo progetto per il servizio della raccolta differenziata costerà al Comune, a tutti noi cittadini, 75 mila euro, ma questa somma non poteva essere risparmiata riutilizzando, apportando le modifiche del caso, uno strumento già in possesso del Comune?
L’unica spiegazione logica, che giustificherebbe una tale scelta, sarebbe, quella che riuscisse a dimostrare l’inadeguatezza delle strategie adottate dal Piano in possesso del Comune, ma nonostante siano ormai trascorsi quasi 10 anni lo strumento redatto dalla Scuola Agraria del Parco di Monza è tuttora attuale. Infine sarebbe imbarazzante se il bando venisse vinto da questo stesso Istituto o magari da un ingegnere collegato alla Scuola di Monza.
Nei requisiti di capacità tecnica, del bando di cui sopra, si chiede alla ditta partecipante di aver eseguito nel triennio 2010/2012 almeno due servizi di pianificazione per la raccolta differenziata su territori aventi un bacino d’utenza non inferiore agli 80.000 abitanti. Ora se il bando è stato pubblicato il 20 gennaio del 2014, in base alla legge 163/2003, il triennio precedente dovrebbe essere quello 2011/2013. Questo errore se da un lato esclude le ditte che nel 2013 possono vantare i requisiti richiesti dal bando, dall’altro lato include ingiustamente le ditte che in questo triennio di riferimento non hanno più i requisiti richiesti.
Caro sindaco, ci permetta di darle un consiglio, la delibera è sbagliata, inevitabilmente andrà rivista, ma forse la cosa più giusta da fare sarebbe quella di revocarla, così da non buttare questi 101.504 euro, che potrebbero esser spesi meglio in favore della nostra città. Ragusa negli anni ha sperperato un mare di soldi proprio sul tema dei rifiuti, dia un segno di discontinuità, vera.