La nomina dei commissari delle Province scadeva lo scorso 15 febbraio, l’istituzione dei Liberi consorzi perciò doveva essere già una realtà, ma nulla è stato ancora fatto. Domani si torna in Aula per discutere la riforma, che però dovrà superare le forche caudine di ben 400 emendamenti ed altrettanti subemendamenti, quindi? Quindi saremo nuovamente commissariati sia che la riforma venga approvata sia che venga bocciata. L’altra opzione è l’indizione di nuove elezioni, probabili, molto probabili, ma anche in questo caso ci sarà un nuovo commissariamento.
Se la discussione in aula dovesse avere esito positivo, trascorreranno mesi prima che i Liberi consorzi dei comuni potranno operare in piena autonomia, in questo lasso di tempo, le province vedranno la riconferma dei commissari decaduti due giorni fa, certo con diversi poteri perché sarebbero diverse le funzioni. Questo periodo di transizione sarà enormemente più lungo dell’eventualità di una sonora bocciatura, infatti questa implicherebbe l’indizione di nuove elezioni, che molto probabilmente verranno fissate in concomitanza con quelle europee, il prossimo 25 maggio. Siccome l’indizione dei comizi elettorali, per legge, deve esser fatta 60 giorni prima delle elezioni, questi dovranno essere banditi entro il 25 marzo, Anche in questo caso ci sarà un commissario a reggere la Provincia.
Sono in molti, però, a considerare questa eventualità una possibilità remota e non solo perché rappresenterebbe il più evidente fallimento dell’Amministrazione Crocetta, ma sopratutto perché il Partito democratico e l’Udc hanno trovato l’accordo, quindi la riforma dovrebbe essere blindata.
“Sulla riforma delle province con il Pd abbiamo raggiunto un buon accordo – ha dichiarato ieri il ministro Giampiero D’Alia – certo non è l’idea di fondo che aveva l’Udc e cioè la soppressione totale dell’ente intermedio, ma il compromesso raggiunto ci sembra buono, perché apre la strada al sistema delle municipalità e a una riforma seria dell’amministrazione della Regione. Lo sosterremo con il nostro voto all’Ars. Questo accordo – conclude il ministro D’Alia – Lo abbiamo fatto su un programma di risanamento economico e finanziario della Regione, di rinnovamento politico-istituzionale e amministrativo e su questo ci misuriamo”.
Raggiunto telefonicamente l’onorevole Orazio Ragusa, in merito a nuove elezioni dichiara “non mi sento di escludere nulla, la situazione politica è molto instabile, anche se sono estremamente fiducioso. Non mi preoccuperei neanche dei 400 emendamenti, questi, infatti, saranno ritirati immediatamente non appena i capigruppo sottoscriveranno l’accordo. La riforma delle province è troppo importante, la volontà di riorganizzare il sistema regionale è sentito come una necessità reale da più parti”. Entro la settimana, quindi, le cose dovrebbero chiarirsi, di certo saremo nuovamente commissariati.