Come si trascorre il tempo all’interno del Palazzo della Provincia ? Cosa si fa di bello, e, soprattutto, di produttivo per il territorio ?
L’aspetto tristemente desolante dell’ingresso e dei corridoi vuoti fa intravedere una struttura produttiva ferma, con qualche ‘’operaio’’ in tuta con la pezza in mano per mantenere a qualche pezzo la lucentezza che può servire solo per una buona fotografia.
Politici e funzionari dello stato a fine carriera sono stati gratificati con la ‘crociera’ di congedo, un inutile gioco di società che non è riuscito a venire incontro a nessuna delle esigenze del territorio, una vuota passerella per festeggiare l’eliminazione delle province.
Ma saranno, poi, eliminate, veramente ?
Dalle notizie che arrivano, tramite stampa, – i nostri parlamentari ben si guardano dall’informare il territorio su quello che sarà il suo destino -, l’orizzonte si presenta assai nebuloso.
Banco di prova del governo Crocetta, la questione province sta tutta fra le minacce del Presidente che fa intravedere il ‘tutti a casa’ in caso di mancata approvazione dell’apposito decreto e la voglia matta di ritornare al voto che affascina larghi strati della politica siciliana.
La maggioranza stenta a potersi definirsi come tale: con un emendamento di Forza Italia, votato dai grillini, è stata stoppata l’istituzione delle aree metropolitane. Per quanto previste al successivo articolo 7, l’impianto generale della riforma vede crollare uno dei suoi pilastri.
Ma i sintomi del malessere della prevista maggioranza non si esauriscono qui: il governo va nuovamente sotto in Aula, su un emendamento del Movimento cinque stelle, una modifica all’articolo due che prevede l’obbligo, per i Comuni che intendono aderire a un Libero Consorzio, dell’indizione di un referendum.
Fibrillazioni che hanno consigliato al Presidente dell’Assemblea Ardizzone di rimandare il dibattito in aula a giovedì pomeriggio.
Una situazione al limite del paradossale, con abbracci strani fra grillini ed esponenti del centro destra per festeggiare la messa in minoranza del governo che traballa.
Nella questione province si inserisce anche la diffida pronunciata da Rudy Maira, già parlamentare del PID Cantiere popolare, secondo cui la proroga del commissariamento delle province sarebbe in netto contrasto con il rispetto della legalità.
Per l’ex deputato emergono profili di “dubbia costituzionalità” perché la eventuale proroga sembra ideata dal Governo solo per dare tempo all’Assemblea Regionale nel tentativo di far approvare il nuovo assetto degli enti disciolti, una evidente forzatura in “violazione dei principi costituzionali che regolamentano lo status degli enti locali e la loro indispensabile funzione”, che fa seguito alle nomine già fatte e risultate incomprensibili alla luce del fatto che la nuova legge sulle province non è stata approvata entro i termini previsti, che erano quelli del 31 dicembre.