Una seduta del Consiglio Comunale, quella di ieri lunedì’ 24 febbraio, di cui ci occupiamo in altra parte del giornale, abbastanza tranquilla, dominata da toni sobri e moderati.
Interessante come tutte le sedute riservate alle comunicazioni e alle interrogazioni, che mettono sul tappeto alcune problematiche della città, che si confrontano, in diretta, con le risposte e gli interventi dell’amministrazione.
Ieri anche divertente per il siparietto che è stato offerto ai presenti e alla città, grazie allo streaming, protagonista il consigliere la Porta e buona parte dei consiglieri grillini.
Uno scrosciante applauso, quasi un’ovazione, evidentemente pervasa da profondo sarcasmo, che ha trasformato l’aula in uno studio televisivo, in una platea da stadio, per le esternazioni veraci e colorite del consigliere Angelo La Porta.
Il tono del rappresentante di Territorio, spesso pervaso da sarcasmo e ironia, a tratti sfiora la provocazione e suscita espressioni di dissenso della maggioranza pentastellata.
Tutto è stato sempre ricondotto nell’alveo della normale dialettica consiliare dall’attenta e imparziale conduzione della Presidenza che è sempre riuscita a contenere, con stile quasi paternalistico, ogni spunto polemico, arginando, sul nascere ogni tipo di scontro verbale.
Ieri La Porta, veniva interrotto, nel corso del suo intervento, per ben due volte, da colleghi grillini: senza mezzi termini reagiva constatando che si trattava della stessa maleducazione che connota i 5 stelle da Roma fino a Ragusa. Ma rincarava la dose e se la prende con chi, secondo il suo pensiero, non meriterebbe di stare in aula grazie solo a 50 voti, facendo notare come 10 di loro, messi insieme, hanno preso meno voti di lui, forte delle sue 700 preferenze.
Scatta allora un applauso fragoroso, certo inadeguato per un’aula consiliare durante lo svolgimento di una seduta, ma che si cala con leggerezza nel clima fondamentalmente sereno del consesso.
Non ci si scandalizza, si è visto di peggio in aule più importanti, viene solo da sorridere perché ancora dopo 8 mesi i consiglieri grillini non hanno saputo assumere l’aplomb del politico che riesce a non farsi scalfire da semplici provocazioni.
Viene da sorridere perché si è consapevoli che La Porta, pur additando i colleghi come ‘intrusi’, sa perfettamente che anche l’ultimo degli eletti, che per dovere di cronaca non ha raccolto 50 preferenze, bensì 64, è pienamente legittimato nel suo ruolo.
Legittimato due volte, perché consacrato dalla legge elettorale ma, più ancora perché il caro Angelo La Porta non può aver dimenticato che la compagine pentastellata, con il suo 9% avrebbe avuto solo due o tre consiglieri, forse quattro, non di più, si ritrova, invece, presente in forze e con una maggioranza assoluta e bulgara grazie alle decisioni, rispettabilissime ma non necessariamente condivisibili, dei suoi leader che hanno inteso regalare il premio di coalizione per cervellotiche e discutibili strategie che, fra l’altro, hanno avuto un infausto esito.